Dragaggio, l'Arta svela le analisi dei fanghi

Idrocarburi sempre alti, i lavori nel porto restano bloccati

PESCARA. Il dragaggio del porto è a una nuova svolta. Oggi, l'Arta dovrebbe rendere noti i risultati delle analisi dei fanghi che si trovano sui fondali dello scalo marittimo. Si tratta di dati importantissimi per stabilire come poter smaltire il materiale escavato. La Regione è in attesa di questi esami per poter firmare la nuova autorizzazione per l'escavo di altri 10mila metri cubi di materiale.

Secondo le indiscrezioni circolate ieri, la quantità di idrocarburi registrata nei campioni sarebbe sempre alta, ma più o meno allo stesso livello degli esami condotti nel 2009 dall'Agenzia regionale per l'ambiente. Verrebbero così smentite le voci, circolate tempo fa, di un peggioramento dell'inquinamento dei fondali.

Se queste indiscrezioni dovessero essere confermate, la situazione potrebbe cambiare. Diventerebbe, probabilmente, meno complicata la procedura di recupero e smaltimento dei fanghi. Si tratta, per ora, di ipotesi. Quello che è certo è che il dragaggio è di nuovo fermo. L'impresa Nicolaj ha dovuto fermare i lavori, in attesa di ricevere l'autorizzazione dalla Regione per dragare altri 10mila metri cubi e di trovare un nuovo sito dove smaltire i fanghi.

In proposito, mercoledì scorso, il titolare dell'impresa Luca Nicolaj ha inviato una lettera al direttore del cementificio per chiedere se sia interessato a smaltire i fanghi recuperati. Oggi, i responsabili dell'azienda dovrebbero riunirsi per esaminare questa proposta che, comunque, dovrà ricevere prima il via libera della Regione. Intanto, il consigliere comunale del Pd Enzo Del Vecchio, con l'aiuto del pilota del porto Leonardo Costagliola, ha stilato due mappe con i dati dei rilievi batimetrici condotti dall'Arta prima e dopo l'intervento di dragaggio. Le due cartine dimostrano che i lavori finora svolti sono stati inutili.

La situazione, dopo il primo intervento di escavo nella zona commerciale del porto, costato oltre un milione di euro, sarebbe addirittura peggiorata. L'insabbiamento dei fondali aumenta di giorno in giorno, inesorabilmente. Navi e petroliere non possono più entrare, mentre i pescherecci hanno grosse difficoltà. Quelli più grandi devono fare delle gimkane per evitare di finire sulle secche. Mentre la Snav continua a chiedere rassicurazioni, in vista del ripristino del collegamento con la Croazia, previsto dal prossimo 13 luglio. (a.ben.)

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