E Matrone chiede mezzo milione di euro 

È la provvisionale avanzata dal sopravvissuto. Ma anche la Provincia vuole un risarcimento danni

PESCARA. «È grave, anzi gravissima, la condotta delle istituzioni pubbliche estrinsecatasi nella assurda, ingiustificata inerzia e silenziosità in ordine al rischio e pericolosità in cui era esposto l’hotel Rigopiano, soprattutto nella contingenza delle imminenti e prevedibili precipitazioni a carattere nevoso».
È uno dei passaggi dell’intervento dell’avvocatessa Wania Della Vigna, che assiste i familiari di Sara Angelozzi e del marito Claudio Baldini, due delle 29 vittime di Rigopiano. «Il punto dirimente», prosegue il legale, «è stato la non valutazione o la sottovalutazione del rischio neve e della concreta possibilità d’isolamento dell’hotel in caso di forti nevicate tanto da parte degli enti preposti quanto dalla direzione dell’hotel». Il legale parla dell’obbligo di intervenire, da parte di questi ultimi, con le misure di prevenzione.
«Loro avevano il così detto potere impeditivo di cui avevano attribuzione e competenza, ma nessuno di loro lo ha esercitato anzi, hanno fatto l’esatto contrario: con il loro non agire hanno costruito una trappola mortale». Della Vigna ha anche sottolineato la non rilevanza causale della sequenza sismica sulla valanga. Anche l’avvocato Andrea Piccoli, legale del sopravvissuto Giampaolo Matrone, l'ultimo superstite ad essere estratto dalle macerie del resort dopo 62 ore, e che in quella tragedia ha perso la moglie Valentina Cicioni, ha puntato il suo intervento sulla sottovalutazione del rischio, la disorganizzazione, l’inefficienza e i ritardi nella gestione dell’emergenza prima e dei soccorsi poi.
«L’aspetto forse più grave di tutti», ha detto, «è che le autorità preposte avevano tutti gli elementi per sapere, ben prima della tragedia, che quella era una zona ad altissimo pericolo valanghe. Se fosse stata osservata una maggiore cautela, se fossero state rispettate le prescrizioni, gli ospiti dellìhotel, in pieno inverno e nel mezzo di una bufera, non ci sarebbero dovuti essere, nemmeno il resort si sarebbe dovuto trovare in quel luogo».
«Giovedì scorso», dice invece Matrone, «io e mia figlia Gaia abbiamo ricevuto uno splendido regalo di compleanno. Su Rigopiano mi sono emozionato due volte: quando sono usciti i nomi degli indagati e adesso alle richieste di condanna. Ed è un’emozione che solo io posso provare». Per lui, l’avvocato ha chiesto una provvisionale di mezzo milione di euro. Anche per quattro delle parti civili assistite dagli avvocati Romolo e Massimo Reboa, Gabriele Germano e Roberta Verginelli, sono state chieste provvisionali per un totale di 325 mila euro. Anche la Provincia di Pescara, assistita dall’avvocato Guido Carlo Alleva e dal collega Luca Rodriguez, è stata avanzata la richiesta di risarcimento danni patrimoniali e non patrimoniali subiti dall’Ente, anche per il danno all’immagine.
Adesso le udienze per concludere gli interventi delle parti civili costituite (che sono 120 in totale) proseguiranno il 14, 15 e 16 dicembre prossimo, date che erano già state fissate dal gup Gianluca Sarandrea che sta giudicando i 30 imputati del processo con il rito abbreviato, mentre per le arringhe del collegio difensivo si dovrà attendere il 18 gennaio. (m.cir.)