È morto lo storico pasticciere Gino Parete, il figlio è tra i sopravvissuti di Rigopiano

21 Maggio 2025

Fondò l’omonima attività in via del Circuito. Si è spento all’attività di 78 anni. I funerali domani alle ore 15.30 nella chiesa degli Angeli Custodi

PESCARA. I clienti lo chiamavano affettuosamente “Gino, il mago del pasticcino”. E lui ci scherzava su, mentre preparava le sue mitiche bombe alla crema. Il sorriso di Luigi Parete, maestro pasticciere di via del Circuito, si è spento all’età di 78 anni. Si trovava nella sua casetta al lago di Scanno, suo rifugio dell’anima, quando un malore improvviso lo ha costretto al ricovero all’ospedale di Avezzano. È morto nella notte di ieri.

L’annuncio è stato dato sui social dalla famiglia, la moglie Dea Liliana Spada, i figli Giampiero, Fernando e Mariastella: «Abbiamo il cuore a pezzi e siamo ancora increduli e scossi. Papà è stato un grande lavoratore, un uomo dai grandi sacrifici, votato al suo lavoro con una passione e una dedizione incredibile, legato a valori e tradizioni, un uomo che amava le cose fatte bene e fatte con il cuore, un uomo di grandi insegnamenti», uniti nel dolore con le nuore Adriana e Monica e i nipoti Gianfilippo e Ludovica.

I funerali si svolgeranno domani alle ore 15.30 nella chiesa degli Angeli Custodi, in via Lago di Posta, dopo una breve sosta davanti alla sua storica pasticceria. Luigi Parete, nato ad Abbateggio, residente in via Aterno a Pescara, ha coltivato la sua passione sin da ragazzino. A 13 anni, spinto da papà Antonio e mamma Marietta, si trasferì a Pescara dove andò garzone alla pasticceria De Acetis di via Ravenna, che rilevò negli anni prima di aprire il negozio di via del Circuito.

«Papà ci ha insegnato a rispettare gli impegni e la correttezza morale», il ricordo del figlio Giampiero, sopravvissuto alla tragedia di Rigopiano, «in quei giorni mi coccolava con la sua presenza».

Luigi era amico di Ermando, il finanziere di Abbateggio scampato a Dachau. Lo ricorda Nicola Parete, figlio del cugino, falegname, che in lacrime racconta: «Erano amici da bambini. Io avevo 14 anni quando entrai nel suo laboratorio a imparare il mestiere. Vivevo a casa sua. Ricordo il suo comportamento dolce e autoritario. I clienti lo chiamavano Gino, il mago del pasticcino. Consegnava solo paste fresche, quelle che rimanevano le donava agli amici, ogni sera dopo la chiusura del negozio».

Sui social un fiume d’affetto. «Del caro Gino porto i ricordi più belli», scrive il consigliere Francesco Pagnanelli, «tutte le torte della mia infanzia, la grande amicizia con mio padre, che mi portava a comprare le paste nel negozio di via Ravenna». La salma riposerà nel cimitero dei Colli di Pescara.

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