E queste le professioni esposte a rischio 

L’altra faccia della medaglia: rispetto a prima fare l’infermiere è diventato più difficile

PESCARA. Sono diversi gli studi che effettuati nell’ultimo periodo per stilare una sorta di classifica sulle professioni più a rischio e tutti sembrano essere concordi su un dato: sono i medici i professionisti più esposti ai pericoli. Un dato che sembra essere piuttosto comprensibile e ovvio, considerata la loro attività. Tuttavia dagli approfondimenti, prendendo in considerazione una serie di parametri utili a stilare una sorta di graduatoria, emerge un quadro più dettagliato dei lavori maggiormente esposti ai pericoli di contagio.
Ma entriamo nel dettaglio dei report. Secondo uno studio realizzato dall’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp), tra i dieci settori con la maggiore esposizione a malattie e infezioni, quelli del comparto sanitario riportano i valori più alti. Un alto rischio è presente, inoltre, tra i settori dell’istruzione pre-scolastica e degli asili nido. L’analisi si basa su una serie di valutazioni dal cui incrocio si riesce a delineare il quadro.
Un’altra interessante indagine è stata inoltre realizzata dalla Fondazione studi consulenti del lavoro: l’analisi prende in considerazione diversi parametri per stilare la classifica delle professioni più a rischio, tra cui ad esempio l’interazione con il pubblico e il numero di contatti con altre persone. A guidare la griglia con un triste primato sono le professioni legate alla salute: medici, infermieri, operatori socio-sanitari e tutti coloro che rientrano in questo comparto. Seguono a ruota, tra il 73 e il 76% di rischio, quelle categorie come farmacisti, biologi, veterinari. Sotto la soglia del 70% ci sono poi le professioni dove è previsto il contatto con il pubblico: parliamo ad esempio di parrucchieri, estetiste, ma anche baby sitter e badanti.
Un altro dato è relativo al livello di istruzione. Sempre secondo lo studio ad incidere è anche il grado di formazione: il rischio è più alto nelle classi di istruzione più alte, poichè svolgono professioni dal concreto tasso di pericolosità di contagio circa il 40% dei laureati. E sembrerebbero le donne ad essere le più soggette ai rischi, in percentuali molto maggiori rispetto agli uomini. (a.s.)