Pescara

Elezioni a Pescara, Costantini: «Voto ad agosto? Una trappola per gli elettori. Masci, basta difendere gli interessi di parte»

13 Luglio 2025

Il candidato sindaco di centrosinistra contesta la decisione di tornare alle urne in estate. E bacchetta il sindaco Masci: «Tra noi una distanza siderale»

PESCARA. Il voto in sole 27 sezioni su 170 in piena estate, il 24 e 25 agosto, per l’ex parlamentare e candidato sindaco della coalizione di centrosinistra Carlo Costantini rischia di diventare un espediente per ridurre la partecipazione e cristallizzare un risultato che non rappresenta la reale volontà popolare. Dopo l’annullamento parziale della tornata elettorale del 2024 da parte del Tar, Costantini contesta apertamente la scelta del sindaco Carlo Masci (vincitore al primo turno con il 50,95% dei consensi) di presentare il ricorso senza però avvalersi della sospensiva, aprendo di fatto le porte a una campagna elettorale sotto l’ombrellone. Una scelta che secondo lui non è casuale, ma è dettata da una precisa strategia volta a impedire a migliaia di pescaresi di recarsi alle urne. Di qui la «distanza siderale» tra i due Carlo, non solo politica ma anche etica. In questa intervista, Costantini spiega i motivi che hanno spinto la coalizione (formata da Pd, M5s, Alleanza Verdi Sinistra e Radici in Comune e le due liste civiche a lui collegate) a presentare appello al Consiglio di stato per fermare il voto bis di agosto e chiedere che tutta la città possa tornare alle urne.

Costantini, lei ha espresso forti dubbi sulla scelta di votare subito dopo Ferragosto, perché? «Qualcuno ha il dubbio che Masci non sia sincero e non dica ai pescaresi la verità».

E qual è secondo lei la verità? «La sensazione è che Masci voglia a tutti i costi andare al voto in quella settimana, e non – ad esempio – a ottobre, per un motivo preciso: perché in questo modo migliaia di pescaresi non avrebbero la possibilità di andare a votare. Il dubbio, in verità, è legittimo perché se i pescaresi non andranno a votare il risultato non potrà mai cambiare, come pure non potrebbe cambiare se andassero a votare in pochissimi».

Sta dicendo che si tratterebbe di una strategia? «Non sarebbe un risultato determinato dalla volontà degli elettori o da un plebiscito, ma solo dalla scelta di una data che per natura ostacola la partecipazione, visto che è fisiologico che a Ferragosto gli elettori incontrino difficoltà nel recarsi alle urne. Mi torna in mente quello che ho scritto qualche giorno fa nella mia risposta a Masci, quando ho precisato che per contribuire alla crescita della propria comunità bisogna comportarsi come un padre con il figlio. E mi chiedo se Masci, dopo tutto quello che ha dichiarato i primi giorni, davvero direbbe sinceramente a suo figlio che vuole che si voti proprio a ridosso di Ferragosto perché ha un profondo rispetto per gli elettori, o se gli direbbe che, al contrario, sarebbe un’occasione irripetibile per mandarne a votare il minor numero possibile. Io sono certo che Masci avrà detto a suo figlio la verità, ma mi chiedo dove trovi la forza di dire qualcosa di diverso, quando si rivolge alla propria comunità».

Cosa la divide dal suo avversario politico? «È proprio questa sua naturale inclinazione a fuorviare la verità quando si rivolge ai pescaresi che mi separa da Masci e che segna tra noi una distanza siderale. È molto più una questione di valori fondamentali che di ideologie».

Cosa dovrebbe fare il sindaco in questo momento? «Se davvero Masci vuole che la città corra, inizi consentendo ai pescaresi di correre tutti alle urne per votare. Sia coerente con quello che ha dichiarato sin dal primo giorno e favorisca anche lui la concessione della sospensiva».

Che vantaggi porterebbe la sospensiva? «Con la sospensiva, già a settembre i pescaresi sapranno se dovranno tornare al voto ad ottobre, ma solo in alcune sezioni; se non dovranno tornare al voto, perché il Consiglio di stato avrà annullato la sentenza del Tar; oppure se dovranno rivotare in tutta la città».

Non si rischia lo stallo amministrativo? «Non possiamo dire che la città è in stallo solo perché ad agosto il sindaco non ha la pienezza dei poteri. Sarebbe una strumentalizzazione. A parte che non ci sono in programma consigli comunali fondamentali per decidere il destino della città, poi dobbiamo tenere conto del bilanciamento degli interessi, in primis quello pubblico, costituzionale. Mi sembra provocatorio metterla su questo piano, perché non è assolutamente vero che la città muore se ad agosto si va avanti con l’ordinaria amministrazione».

Da cosa bisogna ripartire in questa nuova campagna elettorale? «Dal fatto che la città è già ferma, ma a causa dei cantieri che nascono di continuo e non vengono mai ultimati. C’è una gestione confusionaria dei lavori pubblici e degli appalti: ci sono decine di cantieri, iniziati anni fa, che di fatto sono fermi o procedono a passo di lumaca, ai quali poi se ne aggiungono altri».

Con l’ordinaria amministrazione, ci aspetta un’estate senza grandi eventi? «Il centrodestra forse avrà qualche palco in meno per le iniziative che in qualche modo rappresentano solo una parte dei cittadini. Per il resto, i grandi eventi e gli appuntamenti già in programmazione non subiranno ripercussioni, perché i fondi sono stati già stanziati. E in più si continua a deliberare, vedi gli 8.000 euro stanziati per finanziare la manifestazione “Miss & Mister Dog” sottratti dalla lotta al randagismo».

Oggi cosa chiedono i cittadini alla politica? «Le persone comuni ci chiedono esclusivamente di conoscere la verità prima che si torni alle urne a Ferragosto e non dopo, perché sanno perfettamente che conoscerla dopo non servirebbe più a nulla. E settembre è davvero domani. Come ci ha ricordato negli ultimi mesi Papa Leone XIV, in queste occasioni “chi ha un'autorità deve farsi piccolo” e guardare quello che accade con lo sguardo delle persone comuni, mettendo al primo posto i pescaresi e non i nostri legittimi, ma pur sempre piccoli e a volte anche miserabili, interessi di parte».

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