«Era un vero amante della natura»

29 Aprile 2022

Il ricordo del fratello Pietro: credeva nelle potenzialità turistiche del territorio

PESCOCOSTANZO. Con le lacrime agli occhi in preghiera davanti al corpo del fratello. Pietro Trozzi, da anni costretto su una sedia a rotelle dopo essere rimasto vittima di un terribile incidente con la moto. Un grande sportivo anche lui e campione di sci di fondo insieme al fratello Paolo, entrambi finiti nel giro della nazionale: ora Pietro è un atleta paralimpico, presidente dell’associazione sci handicap Abruzzo. È lui che ricorda il fratello Marco, tra lacrime e commozione. «Marco Trozzi era un vero abruzzese, amava la natura, la montagna e la famiglia. Era una persona molto semplice e disponibile con tutti. Sempre pronto a mettersi a disposizione in ogni iniziativa sportiva come la marathon di mountain bike. Era una persona che credeva alle potenzialità del nostro territorio al quale era legatissimo».
A chi si chiede come mai a 60 anni amasse avventurarsi in sport estremi come lo scialpinismo la risposta è semplice: «La nostra famiglia è composta tutta da sportivi e lui era uno che amava mettere in gioco le proprie capacità: era fondista e istruttore nazionale e negli ultimi tempi si era dedicato in maniera particolare alla mountain bike, ottenendo anche il brevetto da maestro. Amava lo sport a 360 gradi e lo sci alpinismo. Con i suoi amici era partito alle 6,30 da Pescocostanzo. Sono arrivati fino al rifugio Pelino scattando anche qualche foto. “Dai che quando arriviamo giù ci andiamo a fare anche una bella birra”, ha detto rivolto a Massimiliano e Alessio. Sono partiti e mio fratello Marco era l’ultimo in alto, Massimiliano poco più giù e Alessio più avanti. Non si sa quale sia stato il motivo, ma è caduto scivolando sulla neve ghiacciata, ha cercato di afferrare il bastoncino di Massimiliano ma non ce l’ha fatta, portandoselo dietro. Alessio ha cercato di fermarlo ma è stato travolto e sono scivolati giù fino a quando Massimiliano non li ha visti più. Nella caduta Marco ha perso uno sci, poi un guanto e il bastoncino. Massimiliano è arrivato giù e ha visto il fratello in piedi e Marco lì vicino, ma per lui non c’era più nulla da fare. C'è un'unica cosa che mi consola in questo momento di grande tristezza per noi tutti», conclude Pietro Trozzi, «che Marco è morto mentre faceva quello che gli piaceva».(c.l.)