Neonato morto, effettuata l’autopsia: decesso per cause naturali

16 Settembre 2025

Sarebbero stati dei problemi acuti agli annessi materni a portare alla tragedia. Effettuati i prelievi: prossimo esame il 22 settembre

PESCARA. È stato un «problema acuto agli annessi materni» a provocare la morte del piccolo Francesco, che non ha pianto dopo il parto naturale avvenuto lo scorso 10 settembre nell’ospedale di Pescara. È questa, al momento, la prima risposta che arriva dopo quattro ore di autopsia sul corpicino del neonato effettuata ieri mattina dal professor Cristian D’Ovidio. Ad assistere all’esame anche il dottor Pietro Falco, medico nominato dalla famiglia che dopo la tragedia ha trovato la forza di rivolgersi alla giustizia. La coppia, originaria di Atessa, è assistita dall’avvocato Italo Colaneri. Così va avanti l’inchiesta sulla morte del neonato: due, un medico e un’ostetrica, sono gli iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio. Non si spegne neppure la rabbia e il dolore dei due genitori che per nove mesi avevano atteso quel momento, l’incontro con il loro figlio e la gioia di una nuova vita che si è trasformata nel giro di pochi attimi in un incubo.

La risposta dell’autopsia è stata un altro duro colpo per la famiglia. Dai primi accertamenti eseguiti sul corpo del neonato e sugli annessi materni, il piccino sarebbe morto per cause naturali, o meglio a causa di una problematica acuta negli annessi materni durante il parto. Un caso che, seppur raro, gli esperti spiegano essere una delle complicanze che si può verificare durante un parto. Non ci sarebbero state criticità, quindi, nel piccolo che appena nato non ha pianto. Durante gli esami di ieri sono stati prelevati anche alcuni campioni che saranno esaminati il prossimo 22 settembre. All’esame è stato chiamato a partecipare anche il dottore Greco Pantaleo, consulente specialista in ostetricia e ginecologia e professore dell’Università di Ferrara. Per il deposito della perizia ci sono 60 giorni di tempo.

Accertato il problema agli annessi materni, per gli esperti i prossimi passi sono la visione della cartella clinica e valutare l’operato dell’équipe che ha seguito la madre durante il parto: se medici e dottori abbiano fatto tutto il possibile per evitare la complicanza, o se ci siano state eventuali negligenze o imperizie professionali. La salma del piccino è ancora sotto autorità giudiziaria all’obitorio di Pescara.

Tutto era iniziato con la normalità di un evento atteso, che i genitori avevano programmato di svolgere al Santo Spirito di Pescara. Secondo la denuncia del padre, il 10 settembre la coppia era entrata in ospedale con la prospettiva di un parto naturale. I primi controlli, ha raccontato l’uomo, non avevano evidenziato alcuna complicazione. L’attesa, però, si è protratta più del previsto. Le ore del giorno successivo si sono accumulate l’una sull’altra, trascinandosi dietro una stanchezza profonda che si leggeva sul volto della futura madre, stremata dal lungo travaglio. L’ipotesi del cesareo non è stata ritenuta percorribile. La coppia si è affidata, ha continuato a sperare, aggrappata all’idea che presto tutto quel dolore sarebbe stato cancellato dal primo abbraccio. Poco prima di mezzanotte, Francesco è nato. Ma il primo vagito, quel suono potente e liberatorio che avrebbe dovuto segnare l’inizio di tutto, non è mai arrivato.

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