Fiume ferito da 43 depuratori

I dati dell'Arta, qualità dell'acqua «scadente» vicino agli impianti

PESCARA. Il dossier che rivela dove si trovano gli scarichi abusivi e chi sono gli inquinatori del fiume Pescara è chiuso in due cassetti, uno del Comune e uno della Provincia, dal 26 agosto 2009. Dieci mesi dopo, il fiume resta marrone. Anche a causa di 43 depuratori fuori controllo. A realizzare il rapporto sull'inquinamento del fiume è stato il corpo forestale dello Stato, diretto dal comandante provinciale Guido Conti: elenco e immagini di 11 scarichi abusivi accertati lungo il tratto finale. La relazione, il 26 agosto 2009, è stata consegnata al presidente della Provincia Guerino Testa e all'assessore comunale all'Ambiente Isabella Del Trecco. Lo stesso giorno a Testa sono stati forniti anche due studi, uno del 1997 e uno del 2005, sugli scarichi non segnalati nei fiumi Pescara, Tavo e Fine. Ma il dossier sul fiume ferito è rimasto chiuso nei cassetti. Tanto che il Comune, dal 16 giugno, ha dato il via agli incontri per creare uno staff composto di agenti delle forze dell'ordine, esperti di Aca e Arta e tecnici comunali e provinciali per passare al setaccio il fiume.

L'obiettivo è tracciare «una mappatura aggiornata da consegnare alle autorità giudiziarie e avviare bonifica e chiusura degli scarichi». Controlli al via da luglio. Ma se il Pescara è un fiume marrone, come dimostrano le fotografie scattate dall'elicottero del Roan della guardia di finanza, è anche colpa dei depuratori: sul fiume insistono almeno 43 impianti di diverse dimensioni. Una prova del sistema che non riesce a depurare i liquami si ottiene controllando i dati dell'Arta sull'acqua prelevata a 200 metri dal depuratore di Popoli, non distante dalle sorgenti di Capo Pescara: «Scadente», secondo l'indice degli esperti, è la qualità del fiume anche a Popoli. «Scadente» pure nel tratto di Pescara con i prelievi nella zona del ponte di Villa Fabio.

Così i depuratori fuori controllo sono un altro pericolo per il Pescara: sei a San Valentino, cinque a Cepagatti e Rosciano, altri quattro ad Alanno, tre a Cugnoli e Nocciano. Il funzionamento a scartamento ridotto degli impianti, insieme agli scarichi abusivi, ha l'effetto di aumentare l'inquinamento: in un anno, dicono i dati, la qualità del Pescara è peggiorata. La relazione dell'Arta sulle acque superficiali 2009, indicando la soluzione all'inquinamento crescente, ne conferma la causa: serve, per gli esperti, «una radicale revisione delle modalità di depurazione, non solo con interventi strutturali ma anche con controlli severi». I controlli sono eseguiti con il contagocce: secondo i dati Arta del 2007, su 58 controlli effettuati in 16 impianti del Pescarese, 30 sono risultati «non regolari».

© RIPRODUZIONE RISERVATA