Frana di Valle Cupa, l'ultima beffaPer il Comune è un disastro naturale

A sei anni dallo sgombero case ancora distrutte nel borgo fantasma. Ma per i residenti la colpa è dei tubi Aca rotti

MONTESILVANO. È spaccato in cinque punti, con crepe larghe un metro, il recinto di cemento armato della casa in strada Valle Cupa 56; cento metri dopo, una villa è ridotta a un ammasso di macerie custodito dietro un cancello di ferro battuto chiuso con un lucchetto; dieci passi avanti e si entra nel borgo fantasma. Sei anni e un mese sono passati da quando la collina di Valle Cupa è franata trascinandosi dietro le case.

Dallo sgombero del 2005 al 2011, il borgo è rimasto distrutto e ai residenti sfollati sono andati 155 mila euro diviso undici. Oggi, intorno, all'area franata, c'è una selva di cantieri per costruire ville a schiera da vendere a 1.500 euro al metro quadrato.

E i residenti fanno collezione di beffe: la penultima il 23 dicembre scorso quando il consiglio comunale, per ripianare i conti a rischio dissesto, ha cancellato dal piano triennale delle opere pubbliche 15 milioni di euro di lavori, compresi i 2,4 per il «consolidamento e bonifica» della frana; l'ultima, invece, è la tesi di Comune e Aca: la frana? Un «disastro naturale» e, perciò, nessuno dei residenti può avere un rimborso per i danni subiti.

Questa presa di posizione poggia su un parere commissionato, nel 2005, al geologo Angelo Iezzi e all'ingegnere Guido Carletti: Iezzi e Carletti, con i collaboratori Sandro Salerno, Mario Marani Toro, Pietro Di Giuseppe e Raffaele Montefalcone, sostengono che «il dissesto altro non è che la riattivazione di una frana quiescente rimobilizzata in parte, anche a seguito di cospicui apporti idrici, nevosi e piovosi, nel sottosuolo».

Ma per 27 cittadini che, al tribunale delle acque pubbliche di Roma, si sono costituiti in giudizio contro l'Aca chiedendo un risarcimento di 11 milioni di euro, la frana si è verificata perché dalla conduttura idrica colabrodo è fuoriuscita una perdita d'acqua stimata in cento milioni di litri in tre anni. A sua volta l'Aca ha citato il Comune. Secondo una perizia di Maurizio Sabatini, consulente del tribunale delle acque, la manutenzione dei tubi non è stata fatta fino al 2005. E i 27 residenti sottolineano che, dopo la sostituzione di 180 metri di tubatura, la frana si è fermata.

In giudizio, già rinviato a maggio, un'altra perizia dirà di chi è la colpa della frana.

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