Francavilla, il porto nel degrado

Il cantiere è fermo per il quinto anno consecutivo, in abbandono l’area
FRANCAVILLA. Sporcizia e pericoli nell’area del cantiere del porto lasciata all’abbandono. Sono trascorsi cinque anni dall’avvio dei lavori per la realizzazione dell’approdo per piccole imbarcazioni alla foce del fiume Alento, ma a causa delle vicende di sequestro e dissequestro, per la quinta estate consecutiva l’opera è ancora ferma sempre allo stesso punto e il degrado dell’area è sotto gli occhi di tutti. I cassoni in cemento rimasti poggiati sul terreno in attesa di essere interrati, in alcuni punti appaiono pericolosamente inclinati a causa delle mareggiate invernali. Nonostante gli evidenti pericoli e i cartelli di divieto di accesso al cantiere, non è raro vedere persone e natanti all’interno del bacino del porto. Il degrado è evidente anche immediatamente a ridosso del cantiere, come evidenzia il pattume accumulato all’esterno dell’ex-stabilimento Orizzonte. Un problema che il consigliere d’opposizione di centro destra, Roberto Angelucci, ha sollevato nell’ultimo consiglio comunale. L’ex-sindaco, il quale a suo tempo aveva sostenuto e avviato la costruzione dell’approdo, ha presentato al consiglio un ordine del giorno per chiedere al ministero la riattivazione delle autorizzazioni. Il documento, però, è stato bocciato dalla maggioranza. «È passata una settimana da quando in consiglio comunale, ho invitato il sindaco Luciani ad attivarsi affinché l’area venga messa in sicurezza, ma a oggi la situazione è sempre la stessa», rileva Angelucci. «Avevo chiesto di sollecitare il direttore i lavori e la ditta incaricata a ripulire l’area, e a mettere in sicurezza il cantiere con una recinzione idonea a impedirne l’accesso».
Una seconda segnalazione riguarda la stradina di ingresso al cantiere, che corre lungo l’argine sud del fiume e a cui si accede in prossimità del ponte sull’Alento. «Nella stradina di proprietà comunale, esterna all’area del porto ma ricadente nel sito di interesse nazionale, le analisi della ditta incaricata dal Comune non hanno evidenziato forme di inquinamento, mentre quelle eseguite dall’Arta, senza il rispetto del protocollo, hanno rilevato la presenza di alcuni elementi in concentrazione superiore alla norma», ricorda Angelucci.
«In attesa della bonifica a carico dell’Arta, che nel tempo ha ottenuto a questo scopo un finanziamento complessivo di 4 milioni e 700 mila euro, l’accesso alla stradina dovrebbe essere chiuso visto che c’è materiale pericoloso. Invece è sempre aperta e ogni giorno viene utilizzata come parcheggio».
La transenna metallica posizionata dal Comune, infatti, può essere spostata con facilità.
Giuseppina Gherardi
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