Francia e Abruzzo, gemellaggio in cucina L’incontro gourmet a Villa Maiella / Le foto

22 Dicembre 2013

Cena evento nel ristorante stellato di Guardiagrele con gli chef della Maison Bras, il top della cucina francese

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GUARDIAGRELE. Metti due famiglie che fanno della cucina qualcosa di più di un lavoro. Aggiungici due figli chef che lavorano fianco a fianco e diventano amici. Amalgama il tutto con il rispetto comune per la tradizione, la semplicità e l’amore per i dettagli. Il risultato è una cena capace di lasciare in silenzio alcuni dei più importanti critici enogastronomici d’Italia. Più che una cena, quella organizzata a Villa Maiella è stata un evento. Anzitutto perché la cucina della Maison Bras, il ristorante francese al top della cucina gourmet, è sbarcata per la prima volta in Abruzzo. Poi perché il menù è stato realizzato in gran parte con prodotti abruzzesi, scelti dalla famiglia Tinari titolari del ristorante di Guardiagrele premiato con una stella Michelin.

La filosofia: "La grande cucina è semplice"

Entrambi ai piedi di due montagne, i Pirenei e la Maiella, i due ristoranti hanno molto in comune. A partire dal motto, «la grande cucina è semplice», ma soprattutto l’amicizia delle due famiglie suggellata dal lavoro in comune. Da tre anni tra gli chef della Maison Bras c’è un abruzzese. È Arcangelo Tinari, figlio di Peppino e Angela, proprietari e anima del ristorante abruzzese. Tre anni fa è andato in Francia, a Laguiole, per lavorare nella cucina della famiglia Bras. Doveva restarci un anno, ne ha trascorso altri due. «Ed è riuscito a inserire la pasta nel nostro menù», sottolinea Sébastien Bras, figlio di Michel il pluripremiato chef pirenaico.

La "Gargouillou" diventa Abruzzese

I due, più che colleghi che si stimano, sono amici. E lo si è visto nella cena che hanno realizzato. Il risultato è stato un perfetto mix tra Francia e Abruzzo. Così la Gargouillou, l’insalata dei Pirenei che ha fatto conquistare le tre stelle alla Maison Bras, è stata esaltata dalla verza, dalle zucchine, dalle erbe e dai fiori di campo della nostra regione. La sella di agnello di Castel del Monte ha dato il suo meglio con la cottura lenta degli chef francesi. Il biscotto di cioccolato ha trovato un abbinamento naturale con il gelato alla zucca e liquirizia di Montesilvano.

Il top di Francia e Abruzzo, e i critici non possono che applaudire

«Il cuoco si deve adattare al prodotto», ha spiegato Bras. E se al tutto aggiungi i vini scelti da un’altro figlio d’arte, Pascal Tinari, capace di esaltare il foie grass con un pinot, capisci perché critici come Marco Bolasco di Slow Food, Antonio Paolini e Fabio Turchetti della guida dell’Espresso, si alzano in piedi per applaudire questo connubio tra Abruzzo e Francia.

Dietro le quinte: gli chef ai fornelli

Il tutto con la speranza che Arcangelo torni in patria e ci consenta di riprovare altre nuove emozioni nel ristorante di Guardiagrele.

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