Glamour e qualità sulla Croisette Ecco gli imperdibili

14 Maggio 2014

Grace de Monaco apre la 67ª edizione che vede il ritorno di Godard, il “politico” Loach, l’habituè Leigh con Mr Turner

Nicole Kidman che interpreta Grace Kelly! Apertura più glamorous per il 67° Festival di Cannes non si poteva immaginare, in un prevedibile tripudio di flash, memorie e star sul red carpet del Palais che non lascerà scampo all’autocelebrazione della Croisette. Giochi da festival, che Cannes conduce con ineguagliabile maestria, riuscendo al contempo a calibrare il tiro sulla ricerca di un cinema d’autore che accontenti i cinefili. Ma intanto l’ouverture è tutta per Nicole Kidman, che questa sera sfilerà sotto i flash dei paparazzi, seguita dal fantasma di Grace Kelly, star hollywoodiana che proprio qui sulla Croisette conobbe il suo destino di principessa, quando nel 1955, a Cannes per accompagnare il film “La ragazza di campagna” di George Seaton, incontrò Ranieri di Monaco. Ed è proprio il destino che Olivier Dahan ha chiesto di interpretare a Nicole Kidman in “Grace de Monaco”, in uno straordinario duello di fascino femminile che non mancherà di lasciare il segno: la grazia della bionda star hollywoodiana per una storia di bellezza, carattere, amore e determinazione sulla quale il pubblico è già pronto a sognare e discutere.

Ma quali sono i 10 film ai quali non si può proprio rinunciare in questa 67ª edizione del Festival di Cannes? Probabilmente qualsiasi scaletta sarebbe inadeguata come qualsiasi criterio di scelta. Ecco comunque una top ten basata su qualità, glamour e attese. Italiani esclusi. The Rover del regista australiano David Michod (Animal Kingdom) sembra proprio sulla carta un imperdibile. Intanto c'è Robert Pattinson (protagonista anche per David Cronenberg) in un film ambientato nel deserto australiano in un futuro vicino. Qui troviamo Guy Pearce, un uomo che viene derubato dell'unica cosa a cui tiene più al mondo, la sua vecchia auto. Pur di riaverla insegue la gang di criminali che l'ha presa, con l'aiuto di Rey (Pattinson), ferito e lasciato indietro dai suoi compagni. Jimmy's hall di Ken Loach. Ovvero la storia vera di Jimmy Gralton (Barry Ward), attivista politico irlandese fuggito negli Stati Uniti e poi tornato sull'Isola di Smeraldo negli anni Trenta per vivere coi suoi ex nemici e riaprire la Hall dove i giovani potevano trovare un tetto per le loro attività ricreative. Da non perdere, perchè Loach è Loach e non manca mai di divertire e far pensare allo stesso tempo. E poi è l'ultimo dei moicani in quanto a cinema e ideologia.

Clouds of Sils Maria di Olivier Assayas. Due star e due generazioni a confronto per il regista francese. Juliette Binoche e Kristen Stewart sono infatti rispettivamente una vecchia gloria del cinema e la sua personale e fidata assistente, approdate tra le montagne più belle del mondo per dimenticare un trauma non da poco per la vanità di un'attrice. Quello di vedere una giovane collega interpretare lo stesso ruolo che l'aveva resa famosa tanti anni prima. Mr.Turner di Mike Leigh. Semplicemente la biografia del famoso pittore romantico inglese dell'Ottocento, famoso per i suoi metafisici paesaggi. Ad interpretarlo l'attore feticcio del regista, Timothy Spall, dopo Dolce è la vita, Segreti e bugie e Tutto o niente. A 4 anni dal suo ultimo film, Another Year, Leigh ritorna a Cannes con ottime credenziali. Ha infatti già vinto la Palma d'Oro nel 1996 con Segreti e bugie ed è un habituè della Croisette.

Maps to the stars di David Cronenberg. Un film che mette tutti d'accordo questo del regista canadese di History of Violence. Questa volta al centro di tutto è la famiglia Weiss: padre psico-terapeuta famoso come life coach e madre che gestisce il figlio tredicenne divenuto star e tossicodipendente stando sotto i riflettori. Non solo, c'è anche una sorella piromane appena uscita da un centro di cura. Non è un caso che il direttore della Quinzaine, Edouard Weintrop, abbia eletto a film-simbolo dell'edizione un classico dell'horror come Non aprite quella porta di Tobe Hooper che verrà celebrato con tutti gli onori nel quarantennale del film. The Homesman di Tommy Lee Jones. L'attore torna dietro la macchina da presa per la seconda volta dopo Le tre sepolture. E lo fa vestendo i panni di un “claim jumper”, un ladro che viola le proprietà altrui. Il criminale già con il cappio al collo verrà salvato da una donna che gli chiederà di scortare tre pazze della sua contrada dal Nebraska all'Iowa. Adieu au Langage di Jean-Luc Godard. Come dice puntualmente il titolo: il linguaggio cinematografico è morto. Da queste premesse si parte per un viaggio diretto da un maestro del cinema e del suo linguaggio come Godard. La criptica formula della sinossi è questa: una donna sposata incontra un uomo scapolo. Si amano, litigano, si combattono. Un cane erra tra città e campagna. Le stagioni passano. Un secondo film inizia. Lost River di Ryan Gosling. L'icona silenziosa del film Drive e nuova star del firmamento dell'action movie d'autore si mette dietro la macchina da presa per un dark fantasy che passa nella sezione Un Certain Regard. Il film ha come protagonista Christina Hendricks nei panni di Billy, madre di due ragazzi che si ritrova immersa in un macabro mondo sotterraneo dopo che uno dei figli ha scoperto una strada segreta che corre lungo la città. Nel cast Saoirse Ronan ed Eva Mendes.

Deux jours, une nuit di Jean-Pierre e Luc Dardenne. Di cosa parla: sono i tempi della crisi e Sandra, moglie e lavoratrice, ha un weekend per convincere i suoi colleghi a tagliarsi i bonus per permetterle di tenere il posto di lavoro. Perché è imperdibile: una riflessione sui tempi che corrono fatta da due tra i più grandi registi europei. E poi c'è Marion Cotillard, star sempre magnetica e convincente.©RIPRODUZIONE RISERVATA