Hotel dei Vestini in saldo ma l’asta va ancora deserta

Penne, neanche il prezzo stracciato di 800mila euro ha convinto gli acquirenti Il primo tentativo di vendita, nel 2011, partiva da una base di oltre 4 milioni
PENNE. Ci risiamo. L’Hotel dei Vestini di Penne è ancora senza padrone. Anche l’undicesima asta al ribasso, programmata dal curatore fallimentare Dino Norscia, è andata deserta. Neppure l’appetibile prezzo di 800mila euro è riuscito ad interessare più di tanto i potenziali acquirenti. Qualche manifestazione di interesse nei mesi scorsi c’èpure stata, ma dalle parole non si è passati mai ai fatti. Eppure la struttura alberghiera pennese di via Caselli, che si trova in pieno centro cittadino,ha una storia illustre e può contare su 53 camere con 107 posti letto, su una superficie di oltre quattromila metri quadrati tra saloni, hall, ristoranti, camere e servizi annessi, e di uno spazio verde con piscina. Fondato nei primi anni 80’ su impulso della Brioni Roman Style, l’Hotel dei Vestini è stato un punto di riferimento importante per la città di Penne e per l’intero comprensorio montano pescarese. Quel che è certo è che dal fallimento dell’ultima società che lo ha gestito, la Hotel Service srl, l’albergo non è mai riuscito a ripartire, lasciando il capoluogo vestino privo della sua più importante struttura ricettiva. Il prezzo dell’immobile, in poco più di due anni, è letteralmente crollato. Dai 4 milioni e 100 mila euro stabiliti nel primo esperimento di vendita, il 24 febbraio 2011, si è passati agli 800 mila euro dell’ultima asta. Nonostante ciò l’Hotel dei Vestini non è riuscito ad attirare investitori. Ad oggi l’unico tentativo di rilanciare concretamente la struttura alberghiera pennese risale alla scorsa estate quando tre operatori turistici – l’agenzia Wolftour, rappresentata da Antonio Stroveglia, Lorenzo Grazian dell'agriturismo Tre Poiane e Massimo Mariani dell'azienda agricola Cignale – proposero al curatore fallimentare una soluzione temporanea alternativa alla vendita: quella della gestione provvisoria. Un’idea a termine che, forse, avrebbe potuto rimettere in funzione la struttura facendole riacquistare anche un certo appeal e un certo valore di mercato. Niente di tutto ciò è andato in porto e così oggi la città di Penne, che può contare solo su agriturismi e piccoli bed&breakfast, non riesce ancora a riappropriarsi del suo grande e prestigioso hotel. Il prossimo tentativo di vendita, al quale già sta lavorando il curatore f Norscia, comunque, a meno di clamorosi colpi di scena, difficilmente vedrà un’ulteriore ribasso del prezzo. Ottocentomila euro, infatti, possono considerarsi un vero super saldo tenendo in considerazione la storia e le potenzialità dell’albergo pennese.
Francesco Bellante
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