I dipendenti del Comune «Siamo senza protezioni»

Gli impiegati sempre più allarmati dopo l’ennesimo raid negli uffici dell’ente All’Anagrafe c’è una sola telecamera: controlla chi firma i cartellini di uscita

PESCARA. I dipendenti del Comune hanno paura. L’ennesimo raid dei teppisti, avvenuto giovedì notte nell’Ufficio relazioni con il pubblico, ha messo in luce gravi problemi di sicurezza di un ente che si è dimostrato già da diverso tempo completamente vulnerabile.

Nel giro di tre settimane sono andati a segno ben tre atti vandalici. Il primo all’Urp, dove è stata scardinata la macchina distributrice di bevande per portare via pochi spiccioli. Il secondo episodio è avvenuto martedì scorso: ignoti hanno rotto il rubinetto di un bagno e hanno otturato il lavandino facendo fuoriuscire un’enorme quantità di acqua che ha allagato nella notte uffici e corridoi del secondo e del primo piano. Il terzo caso, giovedì notte. I ladri hanno forzato una porta esterna dell’Ufficio relazioni con il pubblico, hanno rotto le porte di tre stanze con un idrante per portare via 130 euro. Alcuni impiegati dell’Urp non hanno nascosto la loro preoccupazione. «Qui siamo tutti i giorni in prima linea», dice una dipendente che preferisce rimanere anonima, «la gente talvolta ci insulta, ci aggredisce e non c’è nessuno che ci difende». Non ci sono controlli e nemmeno degli allarmi da suonare in caso di pericolo. L’unica telecamera è quella che si trova all’esterno dell’Urp, nel portone del palazzo ex Inps, dove i dipendenti vanno a timbrare i cartellini. La telecamera sarebbe stata installata lì proprio per controllare gli impiegati che timbrano e non per motivi di sicurezza. Il Comune sembra più interessato a punire i furbetti del cartellino, piuttosto che a garantire la salute e l’incolumità dei propri dipendenti.

La situazione non cambia all’interno del municipio e nel palazzo ex Inps, sempre in piazza Italia, dove ci sono diversi assessorati e uffici tecnici. Non esistono controlli di alcun genere, chiunque può entrare ed uscire liberamente dal Comune senza essere fermato e le poche telecamere sono all’esterno e sulle scale.

«Questa situazione è così da circa due anni», fa presente un dipendente, «da quando cioè l’attuale amministrazione ha deciso di disattivare i tornelli agli ingressi impedendo, di fatto, ai portieri di controllare, come facevano prima con la precedente amministrazione, la gente che entra e di fermare le persone sospette. Così, il Comune non può difendersi da eventuali malintenzionati».

Ma ora l’assessore all’anagrafe Laura Di Pietro ha promesso di aumentare le misure di sicurezza. «L’ultimo episodio», ha affermato, «segnala che è necessario aumentare ancora di più la sicurezza». Ma l’assessore non ha rivelato in che modo intende farlo.

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