I pericoli per i ragazzi «Attenti a internet rischio depressione»

Questionario a 390 studenti delle scuole superiori Gli psicologi: «Ascoltate musica e viaggiate molto»

PESCARA. Non riescono a staccarsi dalla tastiera del computer, dalle chat e dal mondo virtuale. Spesso sacrificando il sonno, i compiti a casa, le uscite con gli amici e il dialogo in famiglia. Sono gli studenti delle scuole superiori cittadine: il 5 per cento frequenta il liceo scientifico Galilei, l’1,8 per cento l’istituto tecnico commerciale e per geometri Acerbo e l’1,7 per cento il liceo artistico Bellisario-Misticoni. La dipendenza da internet si associa a quella da shopping compulsivo e gioco d’azzardo. E, molto spesso, l’attaccamento morboso alle nuove tecnologie è la spia di un disagio più ampio che, nelle sue forme più acute, può sfociare in depressione.

Nella giornata europea dedicata alla depressione, tre specialiste del Dsm (Dipartimento di salute mentale) della Asl di Pescara hanno incontrato nella sala del consiglio più di un centinaio di alunni al terzo, quarto e quinto anno del Galilei, dell’Acerbo e del Bellisario-Misticoni. L’obiettivo del convegno “Depressione: male antico nella società moderna” è di fornire ai più giovani «informazioni corrette sulla natura della malattia depressiva e dei disturbi dell'umore». «Si tratta di patologie molto diffuse», spiega Marilisa Amorosi, direttrice del Dsm, «che coinvolgono individui di tutte le età e spesso hanno un esordio giovanile. Ma se adeguatamente trattate possono essere curate».

Amorosi cita una statistica dell’Organizzazione mondiale della sanità che nel 2020 attesta la depressione tra le prime cause di malattie di disabilità, più delle patologie cardiovascolari. Per tentare di prevenire questa grave forma di disagio sociale, le psicologhe Francesca Ruggieri e Gaia Franchi hanno somministrato un questionario agli studenti. I risultati non sono per niente incoraggianti: su un campione di 390 giovani è emerso che il 18 per cento degli alunni del liceo artistico Bellisario-Misticoni, il 14 per cento dell’Itcg Acerbo e l’8,6 per cento del liceo scientifico Galilei risultano inclini alla depressione.

«E’ un fenomeno che va arginato», sottolinea la psicoterapeuta Ruggieri, promotrice assieme alla collega Franchi di un percorso nelle scuole. «I questionari sono anonimi e quindi non possiamo intercettare i soggetti a rischio. Quello che dobbiamo fare è abbattere i pregiudizi che circolano su questa malattia». Stimolanti, provocatorie e discordanti le curiosità sollevate dai giovani: dall’utilizzo degli psicofarmaci per la cura delle malattie mentali alle forme di divertimento che possono portare alla depressione. Al termine del convegno non sono mancati i consigli per vivere sani: vivere in stanze piene di luce, ascoltare musica, viaggiare molto e farsi cullare dal suono dell’acqua corrente.

Ylenia Gifuni

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