I tedeschi trattano l’acquisto della Micron

Nuova società per rilanciare la produzione ad Avezzano. La multinazionale Usa annuncia: «Stop ai licenziamenti ed esuberi pilotati»
ROMA. Le speranze per Micron arrivano da Roma e dalla Germania. Nella capitale, durante l’atteso incontro al ministero “sostenuto” da un corteo con un migliaio di marsicani, i vertici della multinazionale americana hanno sottolineato che non si farà ricorso ai licenziamenti. Gli esuberi dovrebbero essere 350, la metà di quelli annunciati lo scorso novembre. E dovrebbe trattarsi di «uscite pilotate e incentivate». Nessun tracollo o bagno di sangue. Ed è già un enorme passo in avanti. Entro marzo, inoltre, dovrebbe essere chiusa la trattativa per la vendita di una parte dello stabilimento di Avezzano. La Micron sta negoziando con la LFoundry, società tedesca con sede a Landshut che opera nel settore dei semiconduttori. Operazione che secondo Micron consentirà «l’ampliamento del portafoglio di tecnologie, della gamma di prodotti e della base clienti per far fronte all’ulteriore diminuzione dei volumi produttivi di sensori di immagine prevista per i prossimi anni».
Questi i risultati incassati al termine della spedizione di ieri pomeriggio. A Roma sono arrivati 16 pullman e decine di auto. Un migliaio di manifestanti fra lavoratori, rappresentanti politici, sindacalisti, avvocati, studenti e insegnanti partiti da Avezzano per salvare la prima azienda della provincia dell’Aquila coi suoi 1.632 dipendenti. Si sono mobilitati in tanti con striscioni, slogan, cori da stadio («Solo il lavoro, vogliamo solo il lavoro») e campanacci. Il rumoroso corteo, da piazza Barberini, ha raggiunto via Molise, dov’è la sede del ministero dello Sviluppo economico. Attimi di tensione ma alla fine una delegazione è stata accolta dal sottosegretario Claudio De Vincenti e dal ministro Michelle Martone.
Collegati in tempo reale con i delegati che prendevano parte all’incontro, di tanto in tanto i manifestanti comunicavano al megafono quello che stava accadendo all’interno. Il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, ha consegnato nelle mani dei rappresentanti del ministero il pacchetto di 32 delibere dei Comuni con le quali si chiede il massimo impegno del governo. «Entro la prima decade di febbraio», ha affermato De Vincenti, «convocheremo le parti per avviare un'analisi a tutto campo nel settore. Rispetto a novembre abbiamo fatto molti passi in avanti, il partner ha manifestato interesse a realizzare sinergie industriali con la Micron di Avezzano. Stiamo verificando la situazione economica della società per poi decidere sul da farsi».
Il sottosegretario ha annunciato anche che il governo è pronto a sostenere l'operazione con il ricorso agli ammortizzatori sociali conservativi, senza alcun licenziamento. «L'avvio del tavolo di settore con lo stop ai licenziamenti», ha sottolineato il sindaco Di Pangrazio, con al fianco il consigliere Carlo Tinarelli e altri rappresentanti comunali, «è sicuramente un piccolo passo in avanti nella direzione voluta, ma non abbassiamo la guardia finché non avremo risposte certe». Sulla stessa lunghezza d'onda del sindaco Di Pangrazio il presidente della Provincia, Antonio Del Corvo, e l'assessore del Comune dell'Aquila, Stefania Pezzopane. Presente al vertice anche il senatore Filippo Piccone.
«Possiamo anticipare che il nuovo partner», dichiara Fabrizio Famà, responsabile Risorse umane e Affari generali di Micron Italia «sarà in grado di portare ad Avezzano nuove tecnologie, consolidate strutture di sales e marketing, competenze di alto livello oltre che nuovi clienti. In questo modo il sito di Avezzano potrà aumentare i volumi produttivi operando in modo efficace nei mercati di riferimento. Stiamo facendo il possibile per minimizzare l’impatto sociale. Grazie agli sforzi del management italiano, il nuovo business plan prevede un aumento dei volumi produttivi. Tuttavia, sarà ancora necessario lavorare su una riduzione dei costi del lavoro. Vorremmo farlo nel modo meno traumatico aprendo diverse iniziative da concordare con il sindacato e mettendo da parte, a questo stadio, l’opzione della mobilità e dei licenziamenti».
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