I vigili delle “Iene” assolti nel giudizio di otto mesi fa

Un documento scagionava i tre agenti poi sospesi dal servizio per un’intervista In un primo momento la commissione disciplinare vietò a Maggitti di partecipare

PESCARA. Due atti riservati dell’Ufficio procedimenti disciplinari aprono nuovi interrogativi sulla pesante punizione inflitta a tre vigili urbani per aver rilasciato un’intervista alle «Iene» sulla vicenda della multa fantasma al questore Paolo Passamonti. Il primo documento rivela che i tre agenti Angelo Volpe, Claudio Di Sabatino e Donato Antonicelli, condannati a una sospensione dal lavoro e dallo stipendio da 9 a 12 giorni, erano stati assolti otto mesi prima dallo stesso Ufficio dei procedimenti disciplinari che li ha poi ritenuti colpevoli nel luglio scorso.

Il secondo atto, invece, fa emergere il duplice ruolo scomodo del comandante dei vigili urbani Carlo Maggitti che, nell’udienza di luglio contro i tre agenti, faceva parte della commissione giudicatrice, in qualità di giudice e accusatore. Ebbene, nell’ambito della prima udienza del 12 febbraio scorso l’Ufficio procedimenti disciplinari, presieduto dal vice direttore generale Guido Dezio, ha scritto: «Considerato che le segnalazioni (le accuse di Maggitti nei confronti dei tre agenti e di un ufficiale Sergio Petrongolo, ndr) sono strettamente inerenti la vicenda per la quale è stato formalmente avviato, in data 23 dicembre 2014, il procedimento disciplinare nei confronti dello stesso comandante Maggitti, si è ritenuto, pertanto, opportuno che all’organismo disciplinare, che si costituisce con il presente atto per decidere in merito alle predette segnalazioni per l’avvio dei procedimenti disciplinari a carico dei quattro vigili urbani, non partecipi, in qualità di componente, il comandante della polizia municipale». Evidentemente la partecipazione del capo dei vigili, peraltro contemplata nel regolamento disciplinare del Comune, era stata ritenuta sconveniente a febbraio, ma non nelle udienze di maggio, quelle che hanno portato poi l’Ufficio procedimenti disciplinare ad esprimere un verdetto di condanna nei confronti di tre dei quattro vigili sotto accusa. È anche vero, tuttavia, che lo stesso comandante, sottoposto a giudizio anche lui per un’intervista alla trasmissione «Le Iene», è stato completamente scagionato dall’Ufficio disciplinare nel marzo scorso e quindi nelle udienze di maggio contro i suoi agenti non aveva giudizi in sospeso. Tuttavia, era parte in causa con un duplice ruolo di giudice e accusatore. Duplice ruolo ritenuto evidentemente opportuno e tale da non creare conflitto d’interessi, nonostante la commissione giudicatrice fosse composta da soli tre membri: Dezio, Maggitti e il dirigente al Personale Fabio Zuccarini.

Ma anche il primo documento, adesso, potrebbe essere preso come spunto dal legale Pio Giovanni Oronzo, incaricato dagli agenti di preparare il ricorso al giudice del lavoro per contestare il verdetto dell’Ufficio disciplinare. Si tratta del verbale della seduta del 24 dicembre scorso tenuta dall’Ufficio, guidato allora dal direttore generale del Comune Carla Monaco, poi dimessasi da presidente dell’organismo, in cui si sottolineava la «non sussistenza», è scritto, «di elementi che giustificano l’attivazione del procedimento disciplinare» nei confronti dei quattro agenti, «poiché le dichiarazioni rese nel corso dell’intervista (quella rilasciata alle Iene il 19 novembre 2014, ndr), il cui contenuto è meramente descrittivo, non integrano una condotta difforme dai principi di correttezza». Da qui la decisione di scagionare gli agenti. Ma per la seconda intervista alle Iene, quella del 5 marzo scorso, tre dei quattro vigili sono stati ritenuti colpevoli e, quindi, sospesi dal servizio».

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