Minacce e rapina, il branco contro un disabile: rovistavano ovunque, facevano la doccia e si appropriavano del televisore

Tre giovani, tutti difesi dall’avvocato Melania Navelli, finiscono sotto processo per i gravi soprusi in via Caduti per Servizio, a Fontanelle
PESCARA. Come si viveva dentro le case popolari di via Caduti per Servizio, a Fontanelle? I soprusi, le prepotenze e le angherie denunciati dai residenti e anche da una parte della politica erano soltanto leggende o scene di vita davvero vissuta? Quelle minacce sarebbero state vere secondo gli atti di un’inchiesta già al vaglio del tribunale: in tre sono sotto processo per il reato di rapina. Avrebbero reso la vita impossibile a un disabile: da lui volevano soldi, cibo, «si appropriavano perfino del televisore», così recita il capo di imputazione, «esibendo un’accetta e un coltello a sostegno delle paventate minacce contro l’incolumità fisica della vittima».
I tre imputati, difesi dall’avvocato Melania Navelli, sono tutti giovani: 26, 23 e 29 anni. Ieri, in aula, dovevano essere interrogati ma l’udienza è slittata: uno degli imputati aveva un problema di salute. L’accusa parla di continue vessazioni contro un residente indifeso che si ritrovava in balìa del branco: nel 2019, i tre avrebbero prima occupato una casa popolare nello stesso stabile e poi se la sarebbero presa con un condomino invalido al 100%. Quando lui restava da solo, il gruppetto si accaniva contro di lui «iniziando a suonare ripetutamente alla porta, minacciandolo di morte, fingendo di essere la polizia pur di entrare in casa con il fine di avere da mangiare e/o soldi e/o sigarette».
Molestie pressanti per prendersi gioco di una persona «in condizioni di minorata difesa»: due volte, dice l’accusa, i tre hanno preso il cellulare al disabile, «senza più restituirglielo». Terrorizzato, il disabile si chiudeva in camera sua. E con il campo libero, dice l’accusa, i tre si comportavano come se stessero in casa propria: «Rovistavano ovunque, prendevano un caffè, facevano la doccia, portavano via i prodotti presenti nel frigorifero, danneggiando anche l’occhio magico della porta e si appropriavano persino del televisore».
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