Il museo nel castello che racconta millenni di storia del Vastese

Tesoro archeologico esposto nel maniero di Monteodorisio tra i gioielli l’alfabetario in lingua osca e reperti romani

MONTEODORISIO. Con la sua posizione strategica e grazie al suo castello con quattro torri, dominava tutta la vallata del fiume Sinello e poteva schierare un possente esercito in caso di guerra. Nella nobile contea di Monteodorisio soggiornarono personaggi illustri, come la regina di Napoli Giovanna I e il poeta Torquato Tasso, e tra i suoi signori ci fu anche Sordello da Goito, il trovatore in lingua provenzale reso famoso da Dante nel canto VI del Purgatorio, con la famosa invettiva “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”, che ottenne queste terre da Carlo D’Angiò nel 1269. Il borgo-museo, uno dei più belli e caratteristici di tutto il lembo sud della provincia di Chieti, e con un illustre passato rievocato da bassorilievi e iscrizioni dal gusto barbarico che si vedono passeggiando, arricchisce ora la sua offerta turistico culturale con il Museo archeologico del Vastese. Il suggestivo maniero, che nel corso dei secoli ha subito numerose trasformazioni conservando l’austera forma quadrangolare con torri circolari agli angoli, ospita un nuovo allestimento che si affianca al Museo civico e al Centro di documentazione dell’Ordine Francescano in Abruzzo e Molise. La sezione archeologica, nata da un progetto di Soprintendenza, Comune e cooperativa Parsifal di Vasto che si occupa della gestione, accoglie una scelta delle più significative manifestazioni della cultura materiale dei popoli insediati nel territorio che è attualmente conosciuto come Vastese. Le tematiche e gli oggetti sono proposti ai visitatori in un percorso cronologico che dalla preistoria arriva fino al Medioevo. Tra i reperti più significativi, ci sono la zanna di un “elephas antiquus”, vissuto circa 300mila anni fa nei pressi di Scerni, l’alfabetario in lingua osca rinvenuto a Casalbordino, la chiave ritrovata nei pressi di Tufillo con dedica in osco alla dea Herentas, paragonabile all’Afrodite dei Greci. Ci sono, inoltre, la collezione di reperti votivi riportata alla luce con le indagini archeologiche nel sito del santuario frentano di Fonte San Nicola, tra San Buono e Carpineto Sinello, e i corredi delle tombe tardoromane da Morandici di Villafonsina. I reperti provenienti dalla Villa romana di Polercia, appena fuori Cupello, e dall’abbazia medievale dei Santi Vito e Salvo a San Salvo, chiudono il percorso. Orari fino a metà settembre: domenica e martedì dalle 10 alle 13, venerdì dalle 21 alle 24, Ferragosto dalle 10 alle 13, 1° settembre delle 21 alle 24 e 2 settembre dalle 10 alle 13. In programma anche “Archeologia sotto le stelle”: percorsi che abbinano turismo ed enogastronomia in programma il 3, 10, 17 agosto, dalle 21 alle 23. Visite guidate e informazioni: 389.1812311.

Simona Andreassi

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