Il sindaco di Castiglione solo contro il fuoco: «Non c’era il tempo di avere paura»

Biagio Petrilli ha sfidato le fiamme tagliando l’incendio con il suo trattore. Tantissimi i messaggi dopo la sua foto: «Io, sindaco-contadino ma non chiamatemi eroe»
CASTIGLIONE A CASAURIA. «Mi hanno chiamato e scritto in tantissimi per dirmi “grazie” e “bravo sindaco”, ma io ho fatto solo il mio dovere, non sono un eroe». Il sindaco di Castiglione a Casauria, Biagio Petrilli, ha sfidato le fiamme e il fumo della boscaglia che ardeva a pochi metri, seduto su un trattore a “tagliare” l'incendio che domenica divampava nella frazione di Cervarano, a ridosso della Pietra Campanaria, sul versante pescolano, ma è come se avesse fatto la cosa più naturale del mondo. Quando sono apparse sui social le prime foto, scattate da Gianluca Chiola, e dopo l'articolo di ieri del Centro, i leoni da tastiera si sono scatenati: “Bravo sindaco”, “Biagio sei grande”.
Di professione architetto, Petrilli, uno dei sindaci che stanno nella trincea della quotidianità. Si smarca definendosi con orgoglio il sindaco-contadino che a bordo del suo Carraro 70 cavalli, premendo la fresa sul terreno, ha creato una fascia di sicurezza tra l'incendio, di probabile origine dolosa, e le abitazioni nelle vicinanze che, appunto per tale operazione, non è stato necessario sgomberare. Tutto questo accadeva mentre elicotteri e uomini dei vigili del fuoco e della Protezione civile spegnevano altri focolai accesi nel vicino territorio di Corvara. E per lui c’è forse una vendetta all'origine dei roghi.
Sindaco Petrilli, come si sente dopo aver sfidato la coltre di fumo e fiamme?
«La preoccupazione era tanta, mica potevo rimanere a guardare. Non lo faccio mai, per carattere devo immediatamente mettermi in azione e intervenire. L'ho fatto anche le altre volte che sono scoppiati focolai da queste parti, il penultimo qualche giorno fa sul versante castiglionese dove nei giorni scorsi abbiamo posizionato una telecamera di sorveglianza, ma purtroppo non è ancora entrata in funzione. Così, quando ho visto la colonna di fumo nella zona di Pietra Campanara, peraltro un monumento storico per la comunità, sono saltato a bordo del mio trattore e con la fresa ho creato dei solchi in mezzo alle sterpaglie per allungare la fascia di terra ed evitare che il fuoco lambisse le abitazioni».
Nel frattempo il sindaco ha allertato i soccorsi e sul posto si sono recate numerose squadre di vigili del fuoco e della Protezione civile di Pescara, Alanno e Caramanico, che hanno fatto scendere tonnellate d'acqua, prelevate dal lago di Valle Barone in territorio di Pietranico, per spegnere il rogo che si era sviluppato su un terreno impervio di bosco e macchia mediterranea, ma anche tagli di privati, incolti.
Siete riusciti a salvare qualcosa?
«Siamo riusciti a evitare che le fiamme distruggessero altre centinaia di metri di vegetazione, tra cui uliveti e siamo riusciti a fermare il fuoco prima delle case. Purtroppo abbiamo trovato anche vegetazione secca e incolta di privati che andrebbe bonificata».
Lei sul trattore e le fiamme vicine: non ha avuto paura?
«In quel momento non si pensa alla paura, né al rischio, bisogna fare in fretta. La mia preoccupazione era che se si fosse alzato il vento, i danni avrebbero potuto essere maggiori».
Lei e le squadre del soccorso siete rimasti operativi fino a tardi?
«Sì, abbiamo aspettato che si spegnessero gli ultimi focolai. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato fino a notte per domare l'incendio. Nel rogo di qualche giorno fa, sempre a Cervarano, la situazione è stata più tesa, il fuoco ha lambito le case e qualcuno ha dovuto spostare i mezzi agricoli a rischio nelle rimesse».
Che idea si è fatto? Chi può essere stato ad appiccare il fuoco?
«La zona è molto impervia, la vegetazione è fitta e può essere raggiunta, addentrantosi, solo con una moto o un fuoristrada. Ritengo che il rogo sia doloso, ed è sicuramente la stessa mano e forse, ipotizzo, c'è anche una connessione tra l'incendio di Corvara e i nostri, perché sono sulla stessa linea d'orizzonte. E' una zona di campagna con boschi, uliveti e vigneti».
Chi può avere interessi a bruciare quei terreni?
«Forse nessun particolare interesse, potrebbe trattarsi anche solo di una vendetta».