le indagini a bussi e a bugnara

Inchiesta ricostruzione: «Tangenti del 5% anche alla politica»

Sequestrato un biglietto all’imprenditore Roscini sulla spartizione dei soldi: si indaga sui legami con gli amministratori pubblici

PESCARA. Tra tutti quelli che avrebbero dovuto spartirsi i soldi degli appalti della ricostruzione a Bussi e Bugnara c’è anche la «politica». In un biglietto sequestrato all’imprenditore Stefano Roscini, 49 anni di Assisi, arrestato giovedì scorso con altri 6 tra pubblici ufficiali e tecnici, spunta un presunto legame con la «politica» locale. Su un appunto, trovato dagli agenti della forestale di Pescara in una cartella sui lavori in Abruzzo del Consorzio Ges.com, compare la scritta «politica» con un 5, accanto a una serie di nomi e numeri. Altre tangenti al 5%? Il sospetto degli inquirenti è che una parte dei ricavi di Roscini e soci, a partire dall’ex colonnello dell’Esercito Giampiero Piccotti, 80 anni di Perugia, anche lui arrestato, sia servita anche a pagare qualche amministratore locale. Consiglieri o assessori, per esempio, con il compito di favorire l’impresa in collaborazione con i tecnici già sul libro paga della Ges.com.

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Nella prima fase dell’indagine, non è emerso un appoggio politico nei confronti del Consorzio che a Bussi si è assicurato 29 appalti su 39: nell’ordinanza degli arresti, l’unico riferimento è il vice sindaco di Bugnara e funzionario del tribunale di Sulmona, Domenico Taglieri, peraltro non indagato ma che, per gli inquirenti, sarebbe stato «a conoscenza» del rapporto di corruzione alimentato dalla Ges.com verso i pubblici ufficiali arrestati, Angelo Melchiorre, architetto di 61 anni di Bussi, capo della ricostruzione a Bussi, e Antonio D’Angelo, 58 anni di Pratola Peligna, responsabile della gara d'appalto della scuola Clemente di Bugnara. Una ricostruzione che lo stesso Taglieri, contattato dal Centro, contestato parlando di una gara d’appalto trasparente. Ma, secondo forestale e procura, dopo il ritrovamento del biglietto – sarebbe citato anche Melchiorre come «Angelo» –, è necessario allargare le indagini e approfondire il legame tra politici e imprenditori. E un appuntamento importante sarà quello degli interrogatori di garanzia in tribunale a Pescara: il confronto tra il gip Gianluca Sarandrea e gli arrestati con i pm Anna Rita Mantini e Mirvana Di Serio, titolari dell’inchiesta Earthquake con il procuratore capo facente funzioni Cristina Tedeschini, non è stato ancora fissato ma gli interrogatori dovrebbero partire da martedì prossimo. E tra le domande che saranno rivolte a Roscini, fondatore insieme a Piccotti della Ges.com, c’è anche quella sul significato della parola «politica» in mezzo a un elenco di tecnici e consulenti da remunerare: perché c’è scritto «politica» sul foglio sequestrato all’imprenditore? Se Roscissi decidesse di parlare, l’inchiesta potrebbe subire un’accelerazione ma è possibile che l’imprenditore resti in silenzio.

Oltre a Roscini e Piccotti, menti della Ges.com, e i funzionari Melchiorre e D’Angelo, gli altri arrestati, tutti ai domiciliari, sono:l’imprenditore Angelo Riccardini, 55 anni di Gubbio, e i tecnici Emilio Di Carlo, 54 anni di Bussi, e Marino Scancella, 65 anni di Bussi. I reati contestati, a vario titolo, sono associazione a delinquere, corruzione, concussione, turbativa d’asta, falso in atto pubblico e induzione indebita a dare o promettere. L’inchiesta conta altri 4 indagati: i tecnici locali Franco Colella, 64 anni di Popoli, Marino Giangiulio, 57 anni di Bussi, Franco Di Carlo, 51 anni di Bussi, e Roberto Di Tommaso, 65 anni di Bussi.

L’inchiesta si regge sulle dichiarazioni di due imprenditori umbri: uno, già indagato in un procedimento parallelo, ha dichiarato di aver pagato 10 mila euro per assicurarsi un appalto ma senza riuscire a ottenere quei lavori; l’altro ha rivelato che, dopo una richiesta di denaro, ha rifiutato l’appalto.

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