Inchiesta Vestina, De Vico contrattacca

Farindola, il sindaco in aula: Brindisi e Mezzanotte si dimettano

FARINDOLA. Il sindaco Antonello De Vico, arrestato due mesi fa nell'inchiesta giudiziaria Vestina, condotta dalla procura e tornato nel frattempo in libertà, ha chiesto venerdì, durante il consiglio comunale di Farindola, le dimissioni del direttore dell'Istituzione per i Servizi sociali Arturo Brindisi e dell'assessore comunitario, Franco Mezzanotte.

Entrambi sono in quota al Partito democratico e sono indagati con De Vico nell'inchiesta del pm Gennaro Varone. «Ritengo opportuno, in relazione alle indagini in corso e nel rispetto del lavoro della magistratura», ha detto De Vico, «richiedere alla Comunità montana vestina il riesame, in ottemperanza al principio di autotutela, dell'affidamento dei servizi sociali e la relativa gara di appalto nonché le dimissioni del direttore dell'Istituzione Arturo Brindisi e dell'allora presidente Franco Mezzanotte, oggi assessore nella giunta dell'ente, con l'auspicio della loro estraneità ai fatti contestati dagli organi inquirenti».

Il sindaco, dimessosi nei giorni scorsi da consigliere della Comunità montana vestina, ha indicato al suo posto la sociologa Claudia Colangeli (Pd), attuale assessore comunale all'Ambiente. De Vico è stato pungente: «Chiedo la revisione della pianta organica, limitatamente alla figura del direttore dell'Istituzione per i servizi Sociali, data l'esiguità delle risorse umane, con il recupero di queste economie per l'attivazione definitiva della figura del funzionario di area tecnica, indispensabile per la realizzazione di diversi servizi associati intercomunali, vera missione della Comunità montana».

De Vico ha poi fatto votare una delibera nella quale il Comune si costituisce parte civile nell'inchiesta sulla strada Mare-monti. «Chiedo al sindaco di Penne, Donato Di Marcoberardino, e al suo consiglio comunale di fare altrettanto». Critica l'opposizione: «Chiederemo al prefetto di Pescara un incontro per valutare il caso-Farindola», ha detto Luca Labricciosa, capogruppo del Pdl.