Indagini sull'incarico Asl alla moglie di Pagano

Il concorso vinto per un punto, controlli della squadra mobile sulla commissione

PESCARA. La squadra mobile indaga su un concorso della Asl di Pescara vinto dalla moglie di Nazario Pagano, presidente Pdl del consiglio regionale. Sesta su dieci candidati alla selezione per titoli, Graziella Soldato ribalta la classifica in un colloquio di dieci minuti, «a porte chiuse» secondo l'esposto che fa scattare l'inchiesta: il punteggio di 18/20 preso all'orale permette a Soldato di conquistare il posto, a tempo determinato, di dirigente medico nel servizio di Igiene, epidemiologia e sanità pubblica e di ipotecare una proroga. L'inchiesta della squadra mobile, partita da un esposto di Fausto Di Nisio, ex presidente del collegio sindacale della Asl e consigliere comunale dell'Idv, non ha indagati al momento. In mano agli investigatori, coordinati dal pm Mirvana Di Serio, ci sono gli atti della Asl alla base del concorso. Documenti già acquisiti dagli agenti della squadra mobile, guidati da Pierfrancesco Muriana.

ATTI ACQUISITI. Tutto comincia con un avviso pubblico, firmato dal direttore generale della Asl Claudio D'Amario due giorni dopo Ferragosto del 2009, per riempire un posto vacante: un concorso che, oltre al posto di dirigente medico del servizio di Igiene, epidemiologia e sanità pubblica, mette in palio anche la possibilità di una proroga perché il bando parla di «eventuali future necessità aziendali».

COMMISSIONE. Un mese dopo, scadono i termini per presentare le domande: sono dieci i candidati in corsa per il posto. La commissione d'esame è composta dal presidente Antonio Caponetti, direttore medico del dipartimento di Prevenzione dell'ufficio Prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro, e da Carla Granchelli e Giancarlo Diodati, rispettivamente dirigente e direttore medico del servizio Igiene e sanità pubblica. La composizione della commissione è uno degli assi dell'inchiesta perché, secondo la denuncia di Di Nisio, al posto del presidente Caponetti avrebbe dovuto esserci un altro dirigente e, invece, di Granchelli e Diodati due rappresentanti del servizio Epidemiologia e sanità pubblica di altre Asl abruzzesi.

L'avviso pubblico firmato da D'Amario è chiaro: «La commissione è presieduta dal direttore sanitario» e cioè Fernando Guarino. Per Di Nisio, non sarebbe stata rispettata una legge, la 483/1997 già alla base del bando e citata nel documento. Prima dell'indagine, Di Nisio segnala la presunta irregolarità della composizione della commissione e la Asl risponde così: «Il bando», recita una lettera del direttore del dipartimenti Affari del personale e legali, Vero Michitelli, acquisita dalla squadra mobile, «è stato indetto ai sensi della legge 483/1997 che dispone che il presidente della commissione è individuato per delega dal direttore sanitario nell'ambito dell'area alla quale appartiene la struttura il cui posto si intende ricoprire. Inoltre, la legge non dispone che la delega debba essere motivata richiedendo invece quale unico presupposto che la scelta del delegato ricada su un dirigente di secondo livello appartenente all'area alla quale afferisce la struttura di interesse».

Il rispetto o meno della legge del 1997 è l'elemento da decifrare nell'inchiesta: secondo testimonianze raccolte dalla squadra mobile, un dirigente Asl avrebbe riferito che la legge non è stata applicata fino in fondo per evitare di perdere tempo.

DOMANDA SECCA. Il bando di D'Amario prevede un punteggio da 0 a 20 per i titoli. Altri venti punti sono in palio con il colloquio: una domanda uguale per tutti i candidati e cioè «strategie di prevenzione della malaria con particolare riferimento alla chemioprofilassi causale e soppressiva». Di fronte a questa domanda secca, la prima classificata per titoli (10,44) prende appena sette punti perché, spiega il verbale del colloquio, «fa accenni alla epidemiologia della malattia» e «ricorda soltanto alcuni farmaci ignorandone il meccanismo d'azione». Il secondo per titoli arriva a 11 punti, il terzo 5, il quarto 16, il quinto 17 e la sesta, la moglie di Pagano raggiunge 18.

Il verbale spiega che «Soldato illustra in modo molto brillante e competente l'epidemiologia, le strategie di prevenzione, la profilassi e la terapia della malattia anche riguardo agli effetti collaterali e alla resistenza ai farmaci». Grazie all'orale, la moglie di Pagano vince il concorso: lo scarto sulla seconda (quinta per titoli) è di 0,795 punti. Il voto del colloquio della seconda classificata è 17 punti, uno in meno della moglie di Pagano: la seconda «illustra in modo accurato e competente», recita il verbale, «l'epidemiologia, la profilassi e la terapia della malattia anche riguardo agli effetti collaterali e alla resistenza ai farmaci».

PORTE CHIUSE. L'esposto di Di Nisio tira in ballo anche le «porte chiuse» della stanza durante il colloquio: nello stesso documento firmato da Michitelli e finito in mano agli investigatori, la Asl risponde che «non ha affatto espletato le prove orali impedendo ai candidati presenti di assistere alle stesse ma si è curata semplicemente di garantire che i candidati esaminati e quelli esaminandi non potessero colloquiare tra di loro, sì da condizionare e/o disturbare in qualche modo lo svolgimento della prova».

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