Infiltrazioni mafiose in città: misure di contrasto rafforzate

Omicidio Albi: è allerta dopo il legame, emerso dalle indagini, tra la criminalità locale e la ’ndrangheta Di Vincenzo: monitoriamo negozi e trasferimenti immobiliari, l’importante è tenere alta l’attenzione
PESCARA. Nel Pescarese ci saranno ancora più controlli per prevenire e contrastare le infiltrazioni mafiose. E questo alla luce dei legami fra criminalità locale e quella calabrese, emersi durante le indagini sull'agguato del primo agosto sulla strada parco, in cui è rimasto ucciso l'architetto Walter Albi e ferito l'ex calciatore Luca Cavallito. A finire in carcere, il pescarese Cosimo, Mimmo, Nobile, ritenuto il presunto esecutore materiale, e il calabrese Natale Ursino, presunto mandante, ritenuto vicino alla cosca Cordì di Locri. Di questi controlli si è parlato, ieri mattina, nel corso del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal prefetto Giancarlo Di Vincenzo. Al tavolo ha preso parte il procuratore capo Giuseppe Bellelli, al quale sono andati i ringraziamenti del prefetto « per il lavoro svolto, insieme alla polizia, con professionalità e discrezionalità». Presenti il questore Luigi Liguori, i vertici locali di carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale e i sindaci di Pescara e Montesilvano, Carlo Masci e Ottavio De Martinis.
«Abbiamo messo a punto delle iniziative per rafforzare ulteriormente le attività di prevenzione e contrasto nei confronti delle infiltrazioni, e abbiamo fatto anche un’analisi complessiva della sicurezza a Pescara, quindi furti e rapine», spiega Di Vincenzo. «Sul campo della prevenzione dalle infilitrazioni della criminalità, in realtà stiamo lavorando da appena mi sono insediato. In prefettura ci sono diversi tavoli di monitoraggio. Vengono monitorati gli esercizi commerciali, i trasferimenti delle attività, i trasferimenti immobiliari superiori ai 300 mila euro. Ci sono controlli sul Pnrr. Questo tipo di lavoro ha prodotto, per la prima volta, a Pescara, tre interdittive antimafia. Una delle quali ha avuto conferma in sede giurisprudenziale». Ad essere colpiti dal provvedimento: un bar, una società agricola e un’impresa del settore immobiliare. «Quindi», fa presente il prefetto, «si lavora intensamente e si continuerà a farlo. L’importante è mantenere alta l’attenzione senza allarmismi e senza sottovalutare nessun fenomeno. Nella riunione si è discusso soprattutto di misure di prevenzione amministrativa, in modo da poterle portare sul tavolo dell’autorità giudiziaria nel caso emergano aspetti interessanti». Ma è stato fatto, come detto, anche un punto sulla sicurezza in città e, quindi, su reati come furti e rapine in casa. Risale a un mese fa, l'assalto alla villa dell'imprenditore Saturnino De Cecco. «In realtà», spiega il prefetto, «il trend dei reati è in diminuzione. Lo sono anche le rapine e i furti in abitazione. E questo ancora di più se confrontati con il 2019. Sono in calo anche per la forte presenza sulle strade delle forze di polizia».
E intanto, sul fronte delle indagini per l’omicidio di Albi, si continua a indagare sui collegamenti di Natale Ursino, il presunto mandante, sul territorio pescarese. Uno di questi sembra essere un pregiudicato conosciuto in carcere che potrebbe aver avuto un ruolo in questa vicenda, ma anche essere un punto di riferimento per gli affari che il calabrese aveva avviato nel capoluogo adriatico e in Abruzzo.