Invalidi truffati, avvocato e dipendente Asl rischiano il processo

Il pm Varone chiede due rinvii a giudizio per truffa e corruzione, D'Amario si costituisce parte civile e, intercettato, dice: "Ormai quando ci si vede è sempre un buon segno"

PESCARA. Quando i carabinieri del Nas, il 24 marzo dell'anno scorso, scoprirono la truffa agli invalidi di un avvocato e di un dipedente della Asl, il direttore generale Asl Claudio D'Amario, all'epoca indagato e intercettato in un'altra inchiesta, ci scherzò su tirando un sospiro di sollievo: «Ormai quando ci si vede è sempre un buon segno». Adesso, il pm Gennaro Varone chiede il rinvio a giudizio per l'avvocato e per il dipendente Asl accusati di truffa in concorso e corruzione.

Ad appena nove giorni dallo scandalo dell'appalto gonfiato del polo materno-infantile con cinque arresti, i carabinieri del Nas, guidati dal capitano Marcello Sciarappa, scoprirono un caso che D'Amario sintetizzò «ironicamente» durante una riunione nel suo ufficio: «Stamattina», disse il manager intercettato dalla squadra mobile il 24 marzo 2010 prima che la sua posizione fosse archiviata, «hanno acchiappato pure Pagliarulo... aveva a che fare con qualche patronato, dice che l'avvocato Capasso si spartivano...». «Le cause», così continuò Valterio Fortunato, direttore medico dell'ospedale, estraneo a entrambe le inchieste, «si faceva le cause, vinceva, poi, si dividevano il compenso».

Adesso, il pm Varone chiede il processo per l'avvocato Luca Capasso e per il dipendente Asl Antonio Pagliarulo, entrambi denunciati e sospesi per due mesi: secondo la procura, il dipendente Asl, che lavorara in un ufficio della Medicina legale dove confluivano le pratiche rigettate dalle commissioni invalidità, selezionava i casi in cui si poteva presentare ricorso, quindi, faceva fare perizie di parte. Così, gli invalidi venivano mandati nello studio dell'avvocato per istruire il contenzioso. Una volta vinta la causa, al ricorrente veniva consegnata la sentenza ma senza l'ultima pagina, quella con su scritto le spese legali che di solito si aggirano intorno a 1.500 euro: spese che, in caso di sconfitta, sono a carico dell'Inps. Così, per l'accusa, i due potevano chiedere altri compensi, tra i mille e i 1.500 euro, lucrando sia sui vincitori che sui vinti.

Ora, la Asl è pronta a costituirsi parte civile nel processo: lo prevede la delibera 1.491 firmata da D'Amario il 24 novembre scorso. Il manager ha affidato l'incarico della difesa all'avvocato Lorenzo Fabri perché, sostiene, «è interesse della Asl costituirsi parte civile onde ottenere il risarcimento dei danni subiti». Secondo la delibera, «il gip ha individuato tra le persone offese dai fatti criminosi anche la Asl».

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