L'edilizia ferma costa al Comune 500mila euro

I cittadini non ritirano più le licenze per costruire (foto: l'assessore Marcello Antonelli) e devono essere rimborsati: adesso, l'amministrazione con problemi di bilancio deve fare a meno anche degli introiti della Bucalossi
PESCARA. A Pescara, decine di proprietari di terreni hanno richiesto il permesso per costruire al Comune, ma non lo ritirano perché non hanno i soldi per avviare i lavori. E' uno degli effetti della crisi economica che colpisce tutti i settori. Anche quello dell'edilizia che nel capoluogo adriatico è stato sempre fiorente. E a pagarne le conseguenze è anche il Comune, che si trova a dover restituire quasi 500mila euro di oneri concessori, la cosiddetta Bucalossi, indebitamente pagati dai cittadini al momento della richiesta dei permessi. Insomma l'amministrazione, già alle prese con un bilancio che si fa sempre più ristretto a causa della multitudine di spese impreviste e dei tagli statali e regionali, è costretta a fare a meno di una somma ingente.
PERMESSI FERMI. Ma la situazione è ben più drammatica. L'assessore all'urbanistica Marcello Antonelli ha rivelato che ci sono altri 500mila euro di permessi per costruire in giacenza che non vengono ritirati da cittadini che non hanno le risorse economiche per poter avviare i lavori. «La crisi economica», dice l'assessore, «si sta facendo sentire pesantemente anche nel settore dell'edilizia. Abbiamo gli uffici del Comune pieni di permessi già pronti che non possono essere consegnati perché i titolari, cioè semplici cittadini e piccole imprese, non se li vengono a prendere». «Ci sono proprietari», aggiunge Antonelli, «che chiedono persino di pagare a rate gli oneri di urbanizzazione per poche migliaia di euro». Tra i permessi edilizi fermi, ci sarebbe anche quello per un nuovo centro commerciale da realizzare all'interno di Pescara. Non a caso, il settore dell'edilizia a Pescara è quasi completamente fermo. Sono pochi i piccoli proprietari che possono permettersi di costruire in questo periodo di crisi economica. Stanno lavorando soltanto le grandi imprese di costruzione che realizzano nuovi edifici, oppure effettuano restauri di palazzi.
TAGLI IN BILANCIO. Sono guai anche il Comune se l'economia non riprende a marciare. L'assessore al bilancio Eugenio Seccia è stato costretto a stanziare in bilancio 512.500 euro, successivamente ridotti a 432.500 con una variazione, per rimborsare i cittadini che hanno pagato indebitamente la Bucalossi, cioè gli oneri concessori. «All'interno di questa cifra», avverte Antonelli, «ci sono sia i cittadini che non hanno ritirato il permesso, sia quelli che riceveranno un rimborso per un ricalcolo degli oneri, a seguito di una recente sentenza del Tar». Sta di fatto che l'amministrazione comunale deve comunque rinunciare a una grossa somma a causa della crisi economica, che sta pesando enormemente sul bilancio dell'ente. Gli oneri concessori sono una delle principali fonti di entrata del Comune. Basti pensare che ogni anno vengono previsti in bilancio tra i 2 e i 3 milioni di euro di incassi derivanti dalla Bucalossi. Quest'anno, il gettito derivante dagli oneri concessori sarà sicuramente inferiore al passato.
DATI IN COMMISSIONE. La commissione Finanze, presieduta da Renato Ranieri, ha deciso di prendere in esame la questione. Il presidente ha già richiesto agli uffici i dati relativi agli oneri concessori e ai permessi in giacenza. Si teme la paralisi del settore, con gravi conseguenze per il bilancio dell'ente, che ha già dovuto sopportare una forte riduzione dei trasferimenti economici da parte dello Stato e della Regione. Rischia anche effetti negativi il settore dei lavori pubblici, perché alcuni interventi sono finanziati proprio con la Bucalossi. Bisogna, infatti, ricordare che, per legge, i proventi delle concessioni edilizie sono destinati dall'ente alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, al risanamento dei complessi edilizi nei centri storici, all'acquisizione delle aree da espropriare e alle spese di manutenzione ordinaria del patrimonio comunale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA