sanità a penne

L’ospedale San Massimo non sarà trasferito

PENNE. L’ospedale San Massimo di Penne non sarà trasferito nella struttura del Carmine. È la decisione ultima alla quale è giunto il manager della Asl di Pescara Claudio D’Amario, che lo ha...

PENNE. L’ospedale San Massimo di Penne non sarà trasferito nella struttura del Carmine. È la decisione ultima alla quale è giunto il manager della Asl di Pescara Claudio D’Amario, che lo ha annunciato nei giorni scorsi al sindaco Rocco D’Alfonso in un incontro ufficiale. Decade quindi ogni ipotesi di delocalizzare il polo ospedaliero vestino la cui sede rimarrà l’ex convento di via Battaglione degli Alpini, in pieno centro storico.

L’edificio sarà riqualificato sotto tutti i punti di vista e messo a norma grazie ad un importante finanziamento regionale di 14 milioni di euro, assolutamente insufficienti – ha sottolineato D’Amario – per dotare il presidio del Carmine dei requisiti tecnologici necessari ad ospitare attività mediche specialistiche. La scelta di investire le risorse economiche messe a disposizione dalla Regione Abruzzo sull’attuale sede dell’ospedale pennese è stata compiuta dopo innumerevoli valutazioni e studi di fattibilità eseguiti sul progetto di trasferimento sia per quanto riguarda i costi che i benefici. Tali stime hanno evidenziato che per portare a termine il completo adeguamento della struttura esistente del Carmine ai parametri e alle caratteristiche tecnico logistiche di un ospedale, sarebbero serviti ben 48 milioni di euro, una cifra irraggiungibile in questo particolare momento di forte contrazione dei fondi pubblici. La somma stanziata dalla Regione Abruzzo, derivante dall’ex articolo 20 della legge 67 del 1988 per l'ottimizzazione dei servizi sanitari attraverso la riqualificazione strutturale e tecnologica, permetterà invece secondo la soluzione studiata dalla Asl pescarese, di rendere moderna e funzionale anche la vecchia struttura, razionalizzando gli spazi e eliminando le aree non accessibili per la presenza di molteplici barriere architettoniche.

Un investimento considerevole per il San Massimo che dovrebbe rassicurare i cittadini anche sull’infondatezza della paventata chiusura dell’ospedale vestino per effetto della spending review adottata dal governo Monti, sotto la cui scure rischiano di essere falciati molti piccoli ospedali periferici. «Abbiamo fatto una valutazione realistica», spiega D’Amario, «i fondi disponibili saranno utilizzati per realizzare un efficiente polo di medicina d’urgenza potenziando il pronto soccorso del San Massimo, in modo da fornire in modo efficace le prime prestazioni essenziali a mettere in sicurezza il paziente. Un’altra parte del finanziamento sarà destinata alla riqualificazione dei reparti, in particolare dell’ala medico-geriatrica e dell’ala chirurgica. Dopo la pausa estiva, invece, saranno riqualificati gli organici del personale medico e infermieristico che saranno potenziati e stabilizzati». L’immobile del Carmine, oggi nel degrado, sarà riconvertito – ha spiegato sempre D’Amario – con fondi aziendali interni, in un centro residenziale per malati con patologie a rilevanza sociale come tossicodipendenze e malattie mentali che necessitano di un trattamento assistenziale e non ospedaliero. Qui saranno accolti i pazienti che pur essendo in carico alla Asl di Pescara sono ospitati in strutture fuori regione. «Si tratta anche di una mia vittoria personale», ha dichiarato il sindaco D’Alfonso, «ho sempre creduto, perorando la causa, che la soluzione migliore fosse quella di recuperare la sede esistente per non depauperare il centro storico, destinando invece il Carmine a finalità sociali».

Claudia Ficcaglia

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