La maggioranza passa alla conta dei voti

20 Agosto 2010

Tra ribelli del Pdl e consiglieri in vacanza, è in dubbio l'approvazione del bilancio

MONTESILVANO. La maggioranza di centrodestra passa alla conta dei voti. Il 24 agosto c'è l'approvazione del bilancio: un banco di prova per il sindaco Pasquale Cordoma, assediato dai ribelli del Pdl che sono usciti allo scoperto con il patto del fritto misto. La certezza del sì non c'è: Cordoma deve fare i conti anche con i consiglieri partiti per le vacanze.

Per approvare il rendiconto 2009 c'è bisogno di 15 voti favorevoli, più il sì del sindaco Pasquale Cordoma. Il centrodestra può contare su 19 voti ma il rischio di assenze è alto: Stefania Di Nicola, una del gruppo dei ribelli del Pdl legati agli ex assessori Carlo Tereo de Landerset ed Ernesto De Vincentiis, è in vacanza. Gli altri tre ribelli, Vittorio Catone, Adriano Tocco e Paolo Cilli, sono a Montesilvano ma non sono escluse assenze dell'ultima ora. A rischio, per motivi di lavoro, anche la presenza del consigliere Pdl Massimo Cardone

Rialzati Abruzzo, il partito di Carlo Masci, resta una spina nel fianco di Cordoma: Giancarlo Cipolletti annuncia il suo voto - «No» - mentre è in dubbio la posizione di Raffaele De Leonardis.  Se il Pdl è in difficoltà, l'Udc offre appoggio: l'abbraccio in piazza Diaz tra Valter Cozzi e il sindaco è il segno di un accordo. Così Maria Rosaria Parlione, in partenza per le ferie, corre il rischio di essere richiamata in città per un voto d'urgenza. 

Ma dalla commissione Bilancio, presieduta da Oscaro Biferi, arriva un segnale distensivo: ieri, il bilancio ha ottenuto l'approvazione con 17 sì, 10 no e l'astensione di Gabriele Di Stefano del Pd.  Getta acqua sul fuoco anche Catone che dichiara: «Non mi considero un ribelle e, soprattutto, non ho constatato atti di ribellione né da consigliere né da presidente del consiglio.

In oltre tre anni di consiliatura, non ho mai votato contro un atto di consiglio, ciò nonostante», precisa Catone, «non è detto che si debba essere sempre allineati su un determinato provvedimento, altrimenti, la democrazia e la rappresentanza elettorale non avrebbero ragion di esistere.

Non credo che essere vicino a due amici e colleghi di partito, poiché apparteniamo tutti al Pdl, sia sinonimo di ribellione».  Pare imminente il divorzio tra il Pd e il consigliere Francesco Di Pasquale, pronto a formare un movimento civico. All'origine ci sarebbe un contrasto tra la vecchia guardia con l'ex sindaco Enzo Cantagallo e l'ex presidente del consiglio Massimiliano Pavone, e le nuove leve.

Ma Luigi Beccia, segretario cittadino del Pd, parla di un gruppo compatto: «Il Pd e il suo gruppo consiliare sono in prima fila all'opposizione contro questa deleteria amministrazione comunale. Lavoriamo tutti per mettere in campo l'alternativa al centrodestra, unendo l'entusiasmo dei giovani e l'esperienza di coloro che hanno dato, con la loro opera di amministratori, un'identità a una città dormitorio. Di Pasquale? Non ci sono comunicazioni ufficiali».

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