La pista ciclabile sul fiume invasa da un mare di rifiuti

L’opera realizzata dalla Fater e costata 250mila euro è in totale abbandono Ignorata la denuncia di cinque mesi fa, ora scoppia la protesta dei cittadini

PESCARA. Armadi vecchi, materassi usati, frigoriferi fuori uso, divani sfondati. E, soprattutto, tappeti di siringhe sparsi dappertutto. Ecco come si presenta la pista ciclabile realizzata da Fater e Provincia nel 2010 e considerata un fiore all’occhiello della città. L’opera, costata ben 250mila euro, a distanza di cinque anni è diventata un’enorme discarica a cielo aperto e di ciclabile non è rimasto più nulla. L’11 aprile di quest’anno, i consiglieri comunali del centrodestra fecero un sopralluogo, insieme ai giornalisti, per denunciare lo stato di degrado della pista, ma a distanza di cinque mesi la situazione, anziché migliorare, è nettamente peggiorata. Non solo nessuno avrebbe provveduto a ripulirla ma, per la mancanza di controlli, i rifiuti abbandonati sono persino aumentati da allora. E adesso ci sono anche i cittadini che protestano. «Quell’opera non è più una pista ciclabile», dice Attilio Bada, che nei giorni scorsi si è trovato a passare sul percorso realizzato dalla Fater, «ci sono rifiuti di ogni genere, persino lana di roccia e poliuretano. Sono arrabbiato come cittadino, perché si lascia un’opera così in totale stato di abbandono».

La situazione più grave l’ha riscontrata sulla pista ciclabile tra il fiume e via Raiale, all’altezza del canile municipale. «Quella è una zona stupenda», afferma Bada, «doveva essere completamente riqualificata con la realizzazione della Città della musica. Invece, tutto si è fermato e ora è in stato di abbandono». Ma la preoccupazione più grossa per i cittadini è ciò che potrebbe succedere se il fiume dovesse tracimare. «Se dovesse esondare, e in quel punto il rischio è alto, tutti quei rifiuti finirebbero nel fiume Pescara», fa presente Bada. Ossia, quintali di immondizia, con prodotti anche tossici, riversati nel corso d’acqua finirebbero sicuramente in mare. «Si parla tanto di disinquinare il fiume Pescara», osserva Bada, «e poi non si fa nulla per ripulire quella zona».

Ma chi dovrebbe intervenire? L’assessore all’ambiente Paola Marchegiani sostiene che la competenza della manutenzione della pista ciclabile sia della Provincia. «La società dei rifiuti Attiva», rivela l’assessore, «aveva proposto, quando era presidente Guerino Testa, una convenzione per tenere pulito il lungofiume, ma poi non se n’è fatto più nulla». Però, la Marchegiani ha preannunciato un’iniziativa.

«Con Legambiente», spiega, «abbiamo concordato che l’iniziativa “Ripuliamo il mondo” si svolgerà proprio sul fiume Pescara, tra il 22 e il 26 settembre prossimi. I volontari, tra cui alcuni studenti come protagonisti, raccoglieranno i rifiuti sul lungofiume. Avevo pensato di fare un centro di raccolta in piazza Salotto, perché fosse di impatto per la cittadinanza, ma temo che non sia attuabile una soluzione del genere».

Ma la pista ciclabile, anche se verrà ripulita, rischia di tornare presto nelle stesse condizioni in cui si trova ora. Il lungofiume è diventato terra di nessuno, dove non esistono controlli.

Tra l’altro, ci sono alcuni punti in cui il manto della pista risulta fortemente danneggiato e invaso dalla vegetazione. Un tratto è anche franato durante l’alluvione del dicembre 2013 e da allora nessuno è intervenuto per ripristinare il percorso.

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