La Regione ferma i rifiuti nell'impianto Deco

Società diffidata, possibile aggravio di costi per i comuni delle province di Chieti e Pescara

PESCARA. La Regione diffida la Deco spa. La società, proprietaria dell'impianto di trattamento dei rifiuti di contrada Casoni a Chieti, dal primo luglio non potrà più accettare i rifiuti che non siano destinati a operazioni di recupero per la produzione di combustibile.

A rischio lo smaltimento della spazzatura a Chieti e nella provincia di Pescara. Una comunicazione scritta a mezzo raccomandata che non lascia spazio alle interpretazioni, l’obbligo per la Deco è tassativo. La parte di rifiuti solidi urbani cosiddetta indifferenziata che arriva nell’impianto di trattamento meccanico-biologico di Casoni dovrà essere lavorata fino all’ultima fase, quella che li trasforma in combustibile (Cdr), da avviare alla valorizzazione energetica nei termovalorizzatori, o ai cementifici. Una lavorazione che ha importanti costi aggiuntivi. Finora i Comuni che smaltiscono i propri rifiuti a Casoni li vedono trasformati in «bioessiccato» che viene portato in discarica. Con il successivo trattamento invece i conferimenti si riducono della metà e questo non è cosa da poco visto che la discarica di Colle Cese a Spoltore, ma anche quella di Chieti, rischiano il collasso ai ritmi di smaltimento cui sono sottoposte.

L’intervento della Regione va in questa direzione, ma l’aggravio dei costi potrebbe creare non pochi problemi ai Comuni interessati, dal Chietino a gran parte di quelli della provincia pescarese. All’orizzonte si profilano l’interruzione del servizio e un’emergenza igienico-sanitaria. «Siamo l’unico impianto in Abruzzo a poter fare questo tipo di lavorazione», dicono dalla società della famiglia Di Zio, «l’altro è ad Avezzano ma lavora già a pieno ritmo». Dopo la diffida, la Deco ha comunicato a tutti i Comuni appartenenti ad Ambiente spa, la ditta che si occupa della gestione del ciclo dei rifiuti, «che dal primo luglio l’azienda si vedrà costretta a respingere i conferimenti di rifiuti non destinati a recupero e produzione di combustibile solido triturato secco». Per il momento ancora nessuna risposta da parte delle amministrazioni. Il problema non è nuovo ma questa volta sembra essere arrivato al capolinea.

In più di un’occasione l’amministrazione regionale ha sollecitato Ambiente Spa e gli enti interessati ad attivare il servizio di recupero con l’obiettivo di limitare il conferimento dei rifiuti nei siti di raccolta. Ora l’emergenza discariche rende il cambiamento imminente. Una corsa contro il tempo per gli amministratori. «Le discariche sono al limite, l’Abruzzo rischia lo stato di crisi che vediamo a Napoli. Se entro il 30 giugno i Comuni non pagano», ribadiscono alla Deco, «saremo costretti a non accettare i rifiuti, la Regione è stata tassativa. E’ un servizio che per noi ha un costo e i comuni devono pagarlo non si può fare altrimenti ». Appare chiaro, e non viene detto tra le righe, che se così non dovesse essere la spazzatura rimarrà fuori dai cancelli della struttura di contrada Casoni, con tutte le conseguenze prevedibili.