La scommessa di 4 amici, portare l’acqua in Africa: ecco i pozzi “100 per 100”

In tre anni realizzate già quattro strutture per dodicimila persone, Supplizi: «L’ambizione, realizzarne altri dieci nel prossimo biennio»
PESCARA. Avere l’acqua dovrebbe essere una cosa normale. Eppure non è così. Lo sanno bene gli imprenditori pescaresi che dal 2022, dopo essersi costituiti in associazione, poi divenuta fondazione, hanno avviato la loro “missione”, portare questo bene prezioso lì dove ancora non c’è.
A distanza di nemmeno tre anni, quell’obiettivo lo hanno raggiunto e hanno cambiato la vita a quasi 12 mila persone. Soltanto nella stagione 2024-2025 sono quattro i pozzi che Stefano Supplizi, Giorgio Francini, Antonio Palmarini, Cristina Pavone e Rossella Vlahov, tutti della provincia di Pescara, insieme ai romani Gianluca Giansante e Gabriele Mazzi hanno realizzato con “Cento per Cento”, il loro progetto di solidarietà. «Due in Camerun, Zanyaw e Vourmonou, entrambi nella regione di Yagoua e due in Repubblica Centrafricana, nel comune di Bimbo, nei quartieri di Sakai 1 e Sakai 3», spiega Stefano Supplizi. «Tutti e 4 sono pozzi manuali e servono un totale di circa 11.850 persone in maniera diretta (nei pressi del pozzo) e molte altre in maniera indiretta, che devono raggiungere il pozzo per approvvigionarsi. L’acqua è gratuita per tutti», chiarisce l’imprenditore.
Il progetto è partito da una vera e propria domanda esistenziale che gli imprenditori, uniti da amicizia, si sono posti durante un pranzo in compagnia. «Avendo tutti dai 45 anni in su, ci siamo chiesti quale fosse il senso della seconda fase della nostra vita. Non poteva essere tutto racchiuso nel fare impresa, comprare, spendere e così via», ricorda Supplizi. «Abbiamo realizzato che nel mondo c’erano e ci sono ancora milioni di persone che non hanno accesso all’acqua. Grazie a ricerche e studi di fattibilità, abbiamo scoperto che esistono dei pozzi a basso costo, che con un investimento da 1.800 euro possono cambiare la vita di migliaia di persone. Per i pozzi solari servono tra i 5 e i 12mila euro».
Il cento per cento delle donazioni (da qui il nome del progetto) raccolte costantemente dal gruppo di imprenditori per lo più dalle imprese abruzzesi con cui i promotori del progetto hanno rapporti, più qualche privato, viene devoluto per la costruzione dei pozzi, mentre ogni altra spesa necessaria al completamento del progetto viene coperta direttamente dalla fondazione. Il progetto non finisce qui e per il prossimo biennio, l’ambizione è di realizzare «10 pozzi per un totale di persone servite di oltre 16 mila in maniera diretta. Lavoreremo in 3 nuovi Paesi: Tanzania, Sierra Leone e Madagascar. La campagna di raccolta andrà dai 50.000 ai 70.000 euro e il 100 per cento, come sempre, andrà alla costruzione dei pozzi», ribadisce Supplizi.