«Le infiltrazioni mafiose agevolate dalla crisi» Il grido delle associazioni

Taucci (Confesercenti): il rischio è alto, serve più elasticità dalle banche Pagliuca (Confindustria): uniti contro i tentativi di aggressioni criminali
PESCARA. La preoccupazione c’è ed è diffusa. Perché di fronte alla crisi che attraversa tutti i settori, il rischio di infiltrazioni mafiose si fa più concreto per cui le associazioni di categoria chiedono che si faccia attenzione alle fragilità delle attività e che il sistema bancario sia meno rigido, più accessibile. Riflessioni che arrivano all’indomani della riunione in prefettura del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che ha messo a punto le iniziative per rafforzare le attività di prevenzione e contrasto alle infiltrazioni. Una decisione scaturita mentre le indagini sul delitto della strada parco hanno fatto emergere i legami tra la criminalità locale e quella calabrese, con 2 arresti.
Il pericolo, dice da Confindustria il presidente Silvano Pagliuca, «è più elevato quando ci sono notevoli quantità di denaro destinate a un territorio tramite investimenti e finanziamenti pubblici, come il Pnrr e la Zes. Ma le infiltrazioni possono essere favorite anche dalla complessità delle procedure a dall’assenza di regole». Confindustria «lavora insieme alle istituzioni secondo i principi di trasparenza, favorendo lo scambio di informazioni e creando cultura della legalità» ma «occorre l’impegno di tutti» per far fronte ai «tentativi di aggressione criminale dell’economia».
«Le imprese devono fare i conti con la mancata ripresa del mercato interno, che è quello con cui lavorano. Dopo aver subito lo stop imposto dal Covid e affrontato la ripresa delle tasse, le imprese continuano a soffrire, per cui bisogna alzare la guardia sul pericolo di infiltrazioni», sostiene dalla Cna Carmine Salce. «Bisogna stare più vicini alle imprese», dice Salce riferendosi alle istituzioni, «e anche le banche dovrebbero avere maggiore attenzione», prosegue Salce parlando dei «problemi che riguardano l’accesso al credito, come diciamo da tempo. Comunque non abbiamo elementi indicativi di un livello di pericolosità». «Quando le attività sono in difficoltà la malavita ci sguazza, ma di certo non ce lo viene a dire nessuno, nonostante le associazioni di categoria possano essere di supporto a chi è in difficoltà, anche solo per un consiglio», commenta dalla Confcommercio Riccardo Padovano che segnala il caro-affitti come «un problema serio». «Quando la malavita mette gli occhi sulle attività del nostro settore, vuol dire che queste vivono una difficoltà e cedono tutto per liberarsi dei debiti. Per ora non abbiamo sentori di infiltrazioni e Pescara è sotto controllo, da parte delle forze dell’ordine», conclude Padovano, in linea con Salce che parla di «prefettura e forze dell’ordine attente».
«Il rischio è altissimo, e non parlo solo di Pescara, ma a livello generale», osserva Gianni Taucci dalla Confesercenti. Pensando alle criticità delle imprese la prima, dice, «è la difficoltà alla bancabilità. Gli istituti di credito dovrebbero fare riferimento ai bilanci pre-Covid delle aziende, avere più elasticità per sostenerle e allentare la morsa per evitarne la chiusura. Noi siamo preoccupatissimi per quello che è accaduto e riteniamo che in questa zona ci sia sempre stato un rischio alto». «Abbiamo sempre detto che le attività andavano sostenute», dice Fabrizio Vianale di Confartigianato riferendosi ai locali della movida. «Quelle sono attività sane ma non sappiamo, invece, chi le comprerebbe in questo momento di crisi. Noi chiediamo di fare una scelta per la regione, di puntare sul turismo, perché così sarà minore il rischio di infiltrazioni».