L’investitore che ha ucciso Valeria: «Ho sbagliato». E il giudice lo lascia in carcere

Confermate le accuse di omicidio stradale, guida in stato di ebbrezza senza aver mai preso la patente ed evasione. La moglie aveva detto che era lei al volante, ma i testimoni l’hanno poi smentita
PESCARA. «Ho sbagliato». Sono le uniche parole che Toni Di Rocco, 37 anni di Pescara, ha pronunciato ieri davanti al giudice (gip) Mariacarla Sacco nell'interrogatorio di garanzia che ha preceduto la misura cautelare in carcere. Omicidio stradale aggravato dallo stato di ebbrezza e dal fatto di non essere in possesso della patente di guida mai conseguita; l'aver abbandonato il luogo dell'incidente senza prestare le cure alla vittima, oltre al reato di evasione dagli arresti domiciliari, sono le accuse contestate dal magistrato (pm) Fabiana Rapino dopo l'incidente mortale da lui provocato in via Rio Sparto il 30 settembre scorso, costato la vita a Valeria Di Lorenzo, la donna di 43 anni investita mentre era in sella alla sua bicicletta con la quale stava attraversando le strisce pedonali: morta praticamente sul colpo (inutili sono state le manovre di rianimazione dei sanitari intervenuti sul posto), dopo il violento impatto con l'auto.
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