Liti e denunce nei condomini

16 Giugno 2013

Rumori e briciole sui balconi: c’è una casistica infinita dietro le sfuriate che spesso sfociano in querele tra vicini

PESCARA. I rumori prima di tutto, ma non solo. I motivi di lite tra vicini di casa superano la fantasia e vanno dalla radio a tutto volume all’acqua del water tirata troppo spesso o alla lavatrice accesa di notte. Una casistica infinita che, raccontano i carabinieri che quasi quotidianamente, tra le varie emergenze, hanno a che fare con le beghe di condominio, negli ultimi tempi sembra lievitata. Perché, causa crisi, le persone sono più nervose e capita che molte, loro malgrado si trovino a stare più spesso a casa. E così succede che la tovaglia scrollata ogni giorno dal balcone, con le briciole che piovono sul terrazzo di sotto, diventa una persecuzione difficile da digerire al punto che c’è chi, dopo proteste continue, non ce la fa più e telefona al 112. Chiamate che alla centrale operativa dei carabinieri arrivano soprattutto nelle ore serali, con un primo tentativo di mediazione che non sempre, però, va a segno. Perché, come raccontano gli stessi amministratori, nel condominio di fatto vige la regola secondo cui «quello che faccio io non dà fastidio a nessuno, quello che fanno gli altri sì». Una maleducazione che si palesa in mille modi: dall’occupazione delle aree pubbliche con motorini e biciclette, al volume della televisione troppo alto o ai cani che, lasciati soli in casa, abbaiano di continuo. E ancora il fumo della brace che invade l’abitazione del vicino, l’acqua date alle piante che bagna il balcone sottostante, le urla o le scarpe con i tacchi, il parcheggio condominiale sempre occupato o, addirittura, il bambino che piange troppo spesso. Motivi di lite che, alla lunga, finiscono per esasperare gli animi al punto da indurre la presunta vittima ad andare a fare querela. Ma anche in questo caso, il problema non si risolve, perché si tratta di contenziosi lunghi. È il caso, ad esempio, della diatriba in corso da due anni in un condominio dove un genitore ha denunciato i vicini che, con i loro rumorosi incontri sessuali, turberebbero il sonno dei propri figli. Ma quando non è la maleducazione, ci si mette l’astio pregresso: come il vicino che ha impedito al ragazzino di attraversare il cortile per raggiungere la sua abitazione. Ne è nata una lite, è arrivato il padre del ragazzo, sono volate minacce e insulti e alla fine entrambe le parti hanno presentato querela. Il procedimento è ancora aperto. Intanto, ci si guarda in cagnesco.

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