Ma per i super fragili stop al lavoro da casa

25 Settembre 2023

Il 30 settembre scade la proroga per questa categoria di dipendenti. Ma c’è un modo per proseguire

L’AQUILA. Sta per arrivare lo stop allo smart working per i soggetti che rientrano nella categoria dei “super fragili”. Sabato 30 settembre scade infatti la proroga introdotta con la legge di conversione del decreto Lavoro e che dà diritto ai lavoratori pubblici e privati con gravi patologie croniche, definite nel decreto ministeriale del 4 febbraio 2022, di svolgere da remoto le proprie mansioni. La differenza tra “super fragili” e “fragile” sta nel fatto che nel primo caso la mansione svolta non è compatibile con lo smart working ma può essere cambiata, senza diminuzioni di stipendio e con lo stesso inquadramento previsto dal contratto nazionale applicato.
Tutto questo sarà possibile, però, per qualche giorno ancora salvo proroghe che sembrano alquanto improbabili al momento. Il provvedimento era stato preso infatti durante la pandemia. Oggi la situazione è diversa e non c'è nemmeno obbligo di isolamento per chi contrae il Covid. Non è detto, comunque, che dal primo ottobre il datore di lavoro non consenta ai “super fragili” di proseguire con lo smart working. Questi, infatti, se hanno i requisiti, possono presentare una certificazione medica che attesti che siano maggiormente esposti al rischio di contagio, rientrando quindi nella categoria dei “fragili”, che nel settore privato possono usufruire del lavoro agile fino al 31 dicembre 2023.
La mansione, però, dopo il 30 settembre, dovrà essere compatibile con il lavoro da remoto e quindi non potrà essere cambiata, salvo accordi individuali con il proprio datore di lavoro.
La certificazione di lavoratore fragile è rilasciata dal medico di famiglia «in ragione dell'età», dice la legge, o della condizione di rischio derivante da immunodepressione, da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita o, comunque, da comorbilità che possono caratterizzare una situazione di maggiore rischiosità accertata nell'ambito della sorveglianza sanitaria». Possono infine lavorare da casa anche i genitori del settore privato con figli minori di 14 anni a condizione che uno dei due genitori non sia beneficiario di ammortizzatori sociali o non lavori. (m.p.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.