Marineria, ultimatum per il dragaggio

L'emergenza al porto, scoppia la rabbia degli operatori: "La pazienza è finita"
PESCARA. La pazienza è finita. Lo dicono senza riserve gli operatori del porto che, ormai sfiniti da quello che loro stessi definiscono «il ridicolo balletto di rimbalzo delle responsabilità sul dragaggio», hanno stilato un elenco di domande per tutti gli enti locali che hanno responsabilità nella vicenda del porto.
«Gli operatori marittimi pescaresi hanno esaurito la propria pazienza», è l'esordio della durissima nota emessa ieri dai delegati del Forum dell'economia per l'emergenza porto, costituito proprio per seguire gli sviluppi della vicenda dragaggio, Sabatino Di Properzio, Francesco Scordella e Bruno Santori.
Una lettera che arriva dopo il sequestro preventivo dell'impianto di Moscufo in cui venivano portati i fanghi dragati in porto. I tre chiedono di conoscere le date esatte dell'esecuzione della campagna di caratterizzazione, cioè di analisi dei fanghi dragati, il cronoprograma delle operazioni di dragaggio di porto commerciale e porto canale, la profondità dei fondali che saranno raggiunti a fine lavori, e «da chi e come saranno svolte le verifiche dei lavori, alla luce degli inapprezzabili risultati del dragaggio dei primi 500.000 metri cubi».
Agli amministratori locali, ai consiglieri regionali di Pescara ed ai parlamentari i delegati del Forum chiedono che l'intero capitolo di spesa relativo alla legge regionale sugli interventi urgenti per i porti abruzzesi, 10 milioni, venga messo a disposizione del Commissario Adriano Goio per gli interventi di dragaggio e modifica strutturale del porto di Pescara.
E chiedono anche, provocatoriamente, di sapere «chi tutela gli interessi della città, chi è il portatore degli interessi di centinaia di famiglie che stanno rischiando di rimanere senza lavoro, chi verifica che le promesse fatte siano rispettate, chi pagherà per la perdita di immagine ed il danno economico che la città sta subendo e subirà».
«Abbiamo atteso pazientemente fino ad oggi», spiegano i tre, «ma la misura è colma. L'augurio è che prevalga il senso di responsabilità delle istituzioni, oggi uniche responsabili del degrado dello scalo e delle eventuali manifestazioni di protesta che potranno verificarsi». (l.ve.)
«Gli operatori marittimi pescaresi hanno esaurito la propria pazienza», è l'esordio della durissima nota emessa ieri dai delegati del Forum dell'economia per l'emergenza porto, costituito proprio per seguire gli sviluppi della vicenda dragaggio, Sabatino Di Properzio, Francesco Scordella e Bruno Santori.
Una lettera che arriva dopo il sequestro preventivo dell'impianto di Moscufo in cui venivano portati i fanghi dragati in porto. I tre chiedono di conoscere le date esatte dell'esecuzione della campagna di caratterizzazione, cioè di analisi dei fanghi dragati, il cronoprograma delle operazioni di dragaggio di porto commerciale e porto canale, la profondità dei fondali che saranno raggiunti a fine lavori, e «da chi e come saranno svolte le verifiche dei lavori, alla luce degli inapprezzabili risultati del dragaggio dei primi 500.000 metri cubi».
Agli amministratori locali, ai consiglieri regionali di Pescara ed ai parlamentari i delegati del Forum chiedono che l'intero capitolo di spesa relativo alla legge regionale sugli interventi urgenti per i porti abruzzesi, 10 milioni, venga messo a disposizione del Commissario Adriano Goio per gli interventi di dragaggio e modifica strutturale del porto di Pescara.
E chiedono anche, provocatoriamente, di sapere «chi tutela gli interessi della città, chi è il portatore degli interessi di centinaia di famiglie che stanno rischiando di rimanere senza lavoro, chi verifica che le promesse fatte siano rispettate, chi pagherà per la perdita di immagine ed il danno economico che la città sta subendo e subirà».
«Abbiamo atteso pazientemente fino ad oggi», spiegano i tre, «ma la misura è colma. L'augurio è che prevalga il senso di responsabilità delle istituzioni, oggi uniche responsabili del degrado dello scalo e delle eventuali manifestazioni di protesta che potranno verificarsi». (l.ve.)
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