Marsilio: «Sì, c’è un piano per migliorare la sanità»

13 Gennaio 2023

Il presidente a Rete 8 per rispondere alle domande sul futuro della Regione Dal processo Rigopiano alle stoccate a D’Alfonso fino alla sua ricandidatura

CHIETI. Dalla ricandidatura certa nel 2024 alla nuova legge elettorale che andrà presto in porto. Dalle stoccate all’ex governatore Luciano D’Alfonso alle espressioni di stima verso l’ex commissario per la ricostruzione Giovanni Legnini. E dal caro bollette e il processo per la strage di Rigopiano al futuro della sanità abruzzese che passa per nuovi ospedali ma soprattutto il percorso in salita delle liste d’attesa e la mobilità passiva.
In un’ora di intervista, andata in onda ieri sera su Rete 8, nella trasmissione “I Fatti e le Opinioni” condotta dal direttore Carmine Perantuono, il presidente della Regione, Marco Marsilio, ha risposto all’incalzante intervista di Piero Anchino, direttore del Centro.
PROFETI DI SVENTURE.
La prima domanda sulla politica rompe il ghiaccio: Forza Italia (leggi Lorenzo Sospiri, presidente del Consiglio regionale) è insoddisfatta dopo il mini rimpasto in giunta?
«Ho abituato tutti a fare quello che dico. Non è un rimpasto (Mario Quaglieri al posto di Guido Liris eletto in Senato, ndr) ma una semplice sostituzione nel segno della continuità e con tante cose da fare, per esempio nella ricostruzione post sisma. Non so perché qualcuno voglia alimentare questi discorsi. Me le formuli piuttosto in sede istituzionale. Non escludo mai nulla ma penso che adesso gli abruzzesi abbiano bisogno di altro».
E ricorda di aver chiuso il 2022 investendo tutti i fondi comunitari «smentendo tutti i profeti di sventure».
DA LEGNINI A CASTELLI.
Si passa quindi al cambio al vertice della ricostruzione per i terremoti 2026/17, cioè l’avvicendamento Legnini-Castelli. L’Abruzzo ne risentirà?
«Nessuna preoccupazione. Abbiamo lavorato in sintonia e senza polemiche con il commissario Legnini e, lasciatemelo sottolineare, non capita spesso che un presidente di Regione venga commissariato da chi ha sconfitto alle elezioni. Per quanto riguarda Guido Castelli era sindaco di Ascoli Piceno quando le Marche sono state colpite dal terremoto, ed era con me nella cabina di regia per la ricostruzione, quindi conosce passo passo tutto ciò che è accaduto lì dentro, a differenza di Legnini».
E poi ringrazia il braccio operativo per la ricostruzione in Abruzzo, ovvero Vincenzo Rivera. Ma non era questa l’occasione di andare controcorrente rispetto alle logiche dello spoil system, o malvezzo della politica? «Misurerete presto la bontà della scelta di Castelli. Ma perché», ribatte, «queste prove di generosità possono essere chieste solo al centrodestra? Legnini non è stato maltrattato da nessuno visto che, pochi giorni prima, gli è stata affidata la nuova emergenza di Ischia. Ma del resto Legnini dimostra di essere una spanna superiore ai suoi compagni di partito».
STOCCATA A D’ALFONSO.
Elezioni regionali del 2024, Marsilio è chiamato a sfatare il mito abruzzese dell’alternanza che dura da 30 anni. Quindi è il naturale ricandidato del centrodestra. Tutti d’accordo sul suo nome? «Non temo nulla. Ormai tutti si sono pronunciati, al di là di qualunque maliziose allusioni. La mia è una occasione storica di essere rieletto in Abruzzo per portare avanti una serie di partite (cita gli accordi di programma per i nuovi ospedali, la nuova legge urbanistica, l’Abruzzo film Commission, la nuova sede della Regione nell’area di risulta a Pescara) nel segno della continuità». Ma subito dopo rifila una stoccata a chi «in passato ha fallito», anche se non cita il nome D’Alfonso.
Lo fa rispondendo a una domanda sui 14 milioni di euro per sgravare l’Anas di 40 anni di contenziosi sugli espropri per l’Asse attrezzato Chieti-Pescara. «Io ci sono riuscito. E in 40 giorni il governo Meloni ha messo in bilancio i fondi che rimettono in bonis il Consorzio Industriale Val Pescara, pronto per entrare nell’Arap (Azienda regionale delle Attività produttive). Ma adesso», aggiunge, «qualcuno si mette a fare il professore dopo aver inutilmente governato per anni senza cavare un ragno dal buco».
LA LEGGE ELETTORALE.
Torniamo alla sfida del 2024: Marsilio ha intenzione di rilanciare la sua proposta di legge elettorale che prevede il collegio unico regionale? «Sì, certo», risponde il governatore, «è arrivato il momento giusto per riparlarne. Nei prossimi due, tre mesi, si matureranno i tempi. Mi auguro che si arrivi a un testo condiviso da tutte le forze politiche». Con rischio di penalizzare le zone interne? «La discussione è aperta a tutti i contributi, purché siano costruttive».
Un passaggio doveroso sul salvataggio delle Terme di Caramanico (che Marsilio definisce «una grande risorsa») che deve fare i conti però con un fallimento, un procedimento in tribunale, aste e curatori.
In poche parole bisogna solo attendere. Ma non troppo «perché un impianto termale s’ammalora se resta troppo fermo». Popoli c’è riuscita, «spero che anche a Caramanico arrivi un buon imprenditore».
IL CARO BOLLETTE.
Taglia corto, e in modo tranchant, quando gli si chiede se farà pace con le associazioni che lo criticano per i mancanti aiuti contro il caro bollette.
«Io non ho dichiarato guerra a nessuno», risponde Marsilio, «mi fa però specie che a guidare questa polemica ci sia un’associazione (la Cna, ndr) che mi critica proprio nel giorno in cui agli artigiani abruzzesi vengono dati 12 milioni di contributi diretti e a fondo perduto, non di confidi o prestiti onerosi. E poi lasciatemi rispondere a chi, per circa tre mesi, ha sostenuto che io disponessi di un tesoro di decine e decine di milioni da dare per le bollette. Io ho semplicemente risposto che non era vero. Propaganda mistificatoria che sfrutta il disagio e la paura della povera gente. Per pagare le bollette di aziende e famiglie servirebbe qualche miliardo non i 5 milioni di cui hanno parlato tanto. Ma ora basta», chiosa senza appello.
IL PROCESSO RIGOPIANO.
La Regione si è costituita parte civile al processo che si terrà il 17 gennaio, il giorno dell’anniversario, ma il tema è quello del coinvolgimento tra gli imputati anche di dirigenti regionali apicali. «Siamo dalla parte delle vittime», afferma Marsilio, «guardiamo con grande attesa e rispetto le decisioni che assumerà il tribunale e ne trarremo le conseguenze».
IL TEMA CALDO DELLA SANITÀ.
Il 2023, per Marsilio, sarà l’anno della svolta. Entro la prossima primavera «spero che arrivi il via libera alla nuova rete ospedaliera. Siamo molto vicini a chiudere anche l’accordo sui nuovi ospedali». E il tallone d’Achille della mobilità passiva che fa segnare un rosso di almeno 120 milioni l’anno? Ci sarà l’inversione di rotta? «I lavoro di riordino a tutto campo, comprese le nuove apparecchiature e la sanità convenzionata, ci faranno invertire la rotta». E sul capitolo liste d’attesa e pagelle ai 4 manager Asl, Marsilio si dice: «Fondamentalmente soddisfatto di questi ultimi. Ma bisogna fare di più: l’assessore Verì ha presentato un vero e proprio piano industriale per recuperare le liste d’attesa». Al netto di quei casi in cui alcuni primari approfittano delle visite intramoenia a discapito del pubblico.
Ma i manager sono in grado di attuare il piano Verì? E perché quest’ultima, pochi giorni fa, ha lanciato un avvertimento, chiaro e drastico, di voler commissariare le Asl inefficienti? Marsilio gira intorno alle due domande ma alla fine non colpevolizza nessuno.