Mercatone Uno chiude i battenti a San Giovanni Teatino: a casa in 37 da lunedì

In cassaintegrazione a zero ore i dipendenti del megastore. L’azienda: sospensione provvisoria

SAN GIOVANNI TEATINO. Saracinesche abbassate, luci spente, casse ferme, magazzino chiuso, porte e cancelli serrati da lunedì nel megastore Mercatone Uno di Sambuceto, dove verrà sospesa “temporaneamente” l’attività e i 37 dipendenti andranno in cassa integrazione a zero ore.

Il negozio di arredamento low cost di via Caravaggio compare nella black list dei 28 punti vendita, sui 79 in tutta Italia della società di Imola, posta in amministrazione controllata speciale dal Mise, nei quali i commissari straordinari hanno disposto la sospensione dell’attività, che almeno nelle intenzioni del vertice societario dovrebbe essere provvisoria, in attesa di tempi migliori per le casse aziendali e «in coerenza con i piani di sviluppo del gruppo».

Tra i lavoratori serpeggiava già da mesi la paura per la possibile fumata nera nella vertenza, aperta quando l’azienda, sommersa da oltre 300 milioni di debiti, aveva presentato istanza di concordato al tribunale di Bologna. Ancor di più i timori sembravano destinati a diventare certezze quando il Mercatone Uno di Sambuceto era finito nell’elenco dei punti vendita, 34 dal nord al sud Italia, interessati da una svendita totale della merce sugli scaffali e in magazzino, saldi svuota tutto effettuati tra marzo e aprile. Un po’ di ottimismo pareva essere tornato ad aprile, con l’ammissione della società, da parte del Mise, all’amministrazione straordinaria speciale per le grandi imprese in crisi, una procedura introdotta ai tempi del crac Parmalat, la stessa applicata all’Ilva di Taranto. A far sperare sulla fumata bianca erano anche i conti del negozio di via Caravaggio, che ha sempre vantato un bilancio in attivo, incrementi di vendite e fatturato, con utili di 500mila euro, registrati anche dopo l’apertura, sempre a Sambuceto, del leader mondiale dell’arredamento a buon prezzo, l’Ikea di via Regolizie. Dopo la batosta, piombata su lavoratori e sindacati con l’annuncio nei giorni scorsi della sospensione dell’attività dal 15 giugno, le segreterie provinciali Filcams-Cgil e Uiltucs-Uil di Chieti non depongono l’ascia di guerra, intenzionati a proseguire la battaglia per la salvaguardia dei posti di lavoro. «Unitamente a tutti i dipendenti di Sambuceto dichiariamo la nostra contrarietà alla decisione della direzione di chiudere», affermano i sindacalisti Sergio Aliprandi e Bruno Di Federico, «L’attività di Mercatone Uno nel territorio ha sempre riportato incrementi, sfiorando un + 50% nel 2012, + 45% nel 2013 e + 43% nel 2014. Ciò, nonostante l’insediamento dal 2012 dell’Ikea, che non ha ridimensionato i consumi né abbassato i margini di impresa. Sambuceto si è contraddistinto per vendita mobili, con utili di circa 500mila euro nel 2013 e 2014, mentre il gruppo a livello nazionale perdeva circa il 14%. Da giugno 2014 il gruppo Mercatone ha messo in atto una strategia scellerata nel Chietino, con tagli degli approvvigionamenti della merce sino al risultato strategico di chiudere per sbarazzarsi anche di un negozio performante. I dipendenti non riescono a comprenderne il significato, ammesso che ve ne fosse uno. Sambuceto ha sempre avuto operatori professionali e collaborativi rispetto ai risultati e agli obiettivi aziendali, sapere che tra pochi giorni dovranno pesare sulla redditualità a spese dello Stato e della collettività, quando invece potevano permettersi di continuare a lavorare dignitosamente e con margini di guadagni, lascia perplessi e amareggiati». I sindacati chiedono un incontro con i tre commissari straordinari.

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