Parenti nei concorsi del Comune di Pescara, Santilli: «Non esiste alcun codice che vieti a mio figlio di partecipare»

Il presidente del consiglio interviene dopo lo scontro in aula sul caso del piano assunzioni
PESCARA. «Gli attacchi subiti nelle ultime ore mi inducono a intervenire con forza per difendere l’onorabilità e la serietà che mi hanno sempre contraddistinto, messe in discussione in aula da chi pensa di poter pontificare su tutto e su tutti ricorrendo finanche a pesanti illazioni che non posso né voglio accettare ma, anzi, intendo rispedire al mittente». Così il presidente del consiglio comunale Gianni Santilli interviene dopo lo scontro in consiglio sul caso del piano assunzioni. Il nome di suo figlio Quirino è tra quelli risultati idonei ai concorsi pubblici del Comune.
E Santilli, sollecitato a dare spiegazioni in aula, dove i civici Pettinari e Di Pillo hanno esposto anche uno striscione di protesta al riguardo, ora scrive e chiarisce: «Mio figlio, di cui posso andare fiero, ha partecipato ai concorsi del Comune e parteciperà anche ad altre selezioni, prima tra tutte quella del ministero della cultura, pur avendo un lavoro stabile e una famiglia che non ha alcun tipo di difficoltà economica. Ha deciso di mettersi alla prova e lo ha fatto senza esitazione perché essere il figlio di un amministratore pubblico non può impedire a nessuno di partecipare a un concorso e non esiste alcun codice che lo vieti, se non nella mente fantasiosa di chi predica norme etiche che però non sono mai state scritte da nessun legislatore e che finora sono apparse solo sui manifesti sventolati in aula».
E ancora: «Non ci sto a finire nel tritacarne attivato e alimentato da chi passa le proprie giornate a puntare l’indice accusatore contro il Comune e contro altri Enti che tutti noi dovremmo rappresentare al meglio, senza infangarli. Stupisce», conclude Santilli riferendosi all’intervento in aula del consigliere Donato Di Matteo che in aula l’aveva sollecitato a chiarire, «che sulle orme del partito dei qualunquisti si sia mosso anche qualcun altro, nel centrosinistra, che ci ha tenuto a ricordare i suoi trascorsi politici e taluni metodi che non mi interessano né mi riguardano».
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