Montesilvano “derazzistizzata”, plauso del ministro Kyenge

Un cartello stradale all’ingresso della città, sulla riviera, appena dopo il confine con Pescara. L’autore del simbolo è l’artista Pep Marchegiani. Festa con comunità senegalese e studenti

MONTESILVANO

Montesilvano è la prima città derazzistizzata d’Italia. Lo ricorda anche un segnale stradale montato all’ingresso della città, dalla parte della riviera. Dopo la proposta e l'approvazione della delibera in consiglio comunale, oggi c’è stata l’inaugurazione del cartello anti razzista. «Vivo apprezzamento e soddisfazione per l'iniziativa» sono stati espressi, attraverso il Forum provinciale immigrazione, dal ministro dell'Integrazione, Cecile Kyenge. Alla cerimonia hanno partecipato anche esponenti della comunità senegalese e studenti.

La segnaletica è composta da una scritta «Comune derazzistizzato» con il simbolo del cerchio rosso del «divieto di accesso» che contiene la sagoma nera stilizzata di un uomo che fa il saluto romano, ricordando vagamente il simbolo dei Ghostbusters. L'opera è stata realizzata e donata dall'artista locale Pep Marchegiani, uno dei maggiori rappresentanti della pop art a livello internazionale, lo stesso che nei giorni scorsi ha promosso un blitz a Firenze con un Davide superdotato e che ha realizzato una lapide di marmo con l'immagine di Gianfranco Funari nelle vesti di Superman.

«Le persone che vengono da fuori sono una risorsa - ha commentato il sindaco Attilio Di Mattia - e la diversità culturale è ricchezza. Il Consiglio comunale si è espresso per dire a gran voce, con un atto simbolico, che Montesilvano è una città derazzistizzata e la segnaletica lo ricorderà a tutti; a chi arriverà in città e, soprattutto, agli studenti, che sono il futuro della nostra nazione». Secondo Pep Marchegiani si tratta di «un primato per Montesilvano e per l'arte. L'Italia è sempre stata una terra multietnica - dice l'artista - ed è triste pensare che nel terzo millennio si debba sottolineare con un'opera quanto sia orribile classificare l'uomo in razze. Il razzismo è figlio dell'ignoranza e nipote della paura del diverso. Montesilvano è una città multietnica e di questo non dobbiamo avere paura».

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