Montesilvano, i rom Spinelli sfrattati dalla villa confiscata

Operazione delle forze dell’ordine in via Marche: ora la casa di 120 metri quadrati diventerà alloggio per i carabinieri

MONTESILVANO. Sfrattati. I rom del clan Spinelli hanno dovuto lasciare ieri mattina l’appartamento di via Marche 10, a Montesilvano, che sarà messo a disposizione della compagnia dei Carabinieri per ospitare l’alloggio di servizio. Il blitz nei confronti della famiglia Spinelli è scattato alle 9 e hanno partecipato gli uomini di tutte le forze dell’ordine, coordinati sul posto dal capitano Enzo Marinelli, comandante della compagnia dei carabinieri, e da Alessandro Di Blasio, dirigente della squadra volante della polizia.

Lo sgombero di ieri nasce da lontano, cioè dal 2008, quando l’appartamento è stato sequestrato a Guerino Spinelli e ai suoi parenti più stretti, che avrebbero acquistato l’appartamento (120 metri quadrati) utilizzando somme guadagnate illecitamente, cioè commettendo reati, senza lavorare e senza presentare dichiarazione dei redditi. Dopo il sequestro l’iter è andato via via avanti e c’è stata la confisca, a novembre 2011, dopodiché la struttura è stata presa in carico all’Agenzia nazionale dei beni confiscati e si è arrivati a quest’anno, con un provvedimento di sfratto notificato ai rom nel mese di marzo. Loro non hanno ottemperato e hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio per bloccare tutto ma non è servito a nulla per cui ieri, su disposizione della prefettura di Pescara, la casa è stata sgomberata in maniera forzosa. Dei 13 rom residenti in quelle stanze, tra cui 5 minorenni, ieri c’erano solo 4 adulti e due minorenni, e per due di queste persone sono state attivate le procedure per il trasferimento in altri alloggi considerato che si tratta di una donna sorvegliata speciale, cioè la moglie di Spinelli, e un giovane agli arresti domiciliari, figlio del capofamiglia che a sua volta è stato sorvegliato speciale.

Nel momento in cui le forze dell’ordine si sono presentate, supportate dai servizi sociali del Comune e dai tecnici che hanno provveduto a cambiare le serrature, i nomadi sapevano che era arrivato il momento di abbandonare la struttura, tant’è che stavano già portando via il mobilio, sapendo che altrimenti sarebbe stato acquisito e venduto. Questo alloggio, peraltro vicino alla caserma dell’Arma, è il secondo a Montesilvano a essere stato sottratto in maniera definitiva ai rom per poi entrare nella proprietà dello Stato. Il primo si trova in via L’Aquila ed è stato assegnato anni fa all’Associazione nazionale carabinieri. Presto ce ne sarà un terzo, in via Adige, anch’esso confiscato seguendo le stesse procedure.

Flavia Buccilli

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