Morto in ascensore, interrogata l’indagata: sono innocente

L’inchiesta sul decesso di Donato Pangiarella, trovato morto in un condominio di Montesilvano con una ferita alla testa. Il gip conferma il fermo

PESCARA

«Ha confermato sostanzialmente la sua versione dei fatti, ribadendo quindi la sua innocenza». Così l'avvocato Alba Ronca al termine dell'interrogatorio della nigeriana di 33 anni sottoposta da domenica a fermo di indiziato di delitto per il reato di omicidio preterintenzionale, in seguito alla morte di Donato Pangiarella, il 74enne di Spoltore (Pescara), il cui corpo è stato trovato sabato pomeriggio in un ascensore di un condominio di via Cerrano a Montesilvano (Pescara). L'interrogatorio del gip del Tribunale di Pescara Maria Michela Di Fine è andato avanti per circa due ore. La donna ha anche pianto durante l'interrogatorio. Presenti anche il pm Giampiero Di Florio e il comandante del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Pescara, Eugenio Stangarone. Uscendo dal tribunale, il difensore della nigeriana, nel rispondere alle domande dei cronisti, ha aggiunto che la donna è «provata e sicuramente si è trovata catapultata in una situazione non semplice».

Il gip ha convalidato il fermo: il gip Maria Michela Di Fine ha convalidato il fermo di Ayegbeni Happy. La donna, accusata di omicidio preterintenzionale, resta in carcere, a Teramo. Stando alla versione dei fatti fornita dalla 33enne, lei e l'anziano si sarebbero incontrati in un supermercato della zona e lui si sarebbe offerto di accompagnarla a casa, per trasportare la spesa. Una volta nell'appartamento, sempre secondo il racconto della nigeriana, ci sarebbero state delle avances da parte dell'uomo. La 33enne a quel punto lo avrebbe spinto e l'anziano sarebbe caduto, battendo la testa, probabilmente contro un mobile. Il 74enne, stando alla ricostruzione, avrebbe raggiunto autonomamente l'ascensore, in cui poi è stato trovato morto al piano terra.

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