«Nel carcere di Pescara c’è un clima esplosivo»

13 Ottobre 2024

PESCARA. Sovraffollamento al 180%, carenze di organico, pochissime professionalità dedicate al trattamento rieducativo e alla tutela dell’integrità psicofisica.È il quadro emerso alla fine della...

PESCARA. Sovraffollamento al 180%, carenze di organico, pochissime professionalità dedicate al trattamento rieducativo e alla tutela dell’integrità psicofisica.
È il quadro emerso alla fine della visita guidata da Fiammetta Trisi e Gianluca Di Marzio dei Radicali Italiani nelle carceri di Pescara e Chieti.
«La situazione nei due istituti penitenziari», dichiarano Trisi e Di Marzio, «appare completamente diversa». I due istituti ospitano specifiche e differenti tipologie di detenuti: a Pescara si registra una significativa presenza di detenuti stranieri, tossicodipendenti e persone affette da problematiche psichiatriche che non trovano posto nella sezione dedicata alla salute mentale. A Chieti, invece, è rilevante la presenza di donne detenute in spazi molto ridotti, oltre a un reparto per sex offenders.
«Si riscontra anche», spiegano, «una marcata differenza riguardo agli spazi per le attività trattamentali: a Pescara sono numerosi e ampi, sebbene poco utilizzati rispetto al passato. A Chieti, invece, gli spazi sono ricavati (inventati) per offrire opportunità di trattamento attraverso le numerose iniziative formative e di istruzione».
«A Pescara», aggiungono, «abbiamo riscontrato un clima esplosivo: non ci è stato possibile visitare la sezione penale, quasi tutti i detenuti erano chiusi nelle proprie celle e i pochissimi con cui siamo riusciti a parlare erano timorosi e spenti. Situazione completamente diversa nel carcere di Chieti, dove è stato possibile visitare tutti i reparti e gli spazi di socialità e incontrare liberamente tutti i detenuti e le detenute, che hanno speso parole di elogio per il lavoro della Direzione e degli operatori. Anche le attività culturali e formative sono fra le più varie, a conferma del valore rieducativo che il carcere può e deve avere nel nostro ordinamento costituzionale».
E infine: «Riteniamo gravissimo che la Regione Abruzzo da oltre sei mesi sia priva del Garante regionale dei detenuti. Invitiamo il Consiglio regionale a eleggere al più presto un nuovo Garante; è inquietante che i detenuti non abbiano una figura in grado di vigilare sulle loro condizioni».
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