Nella chiesa di San Gabriele dove i giovani cercano lavoro

PESCARA. Ci sono famiglie che devono sfamare anche cinque figli o anziani soli che non arrivano a fine mese con la pensione. E ci sono i giovani disoccupati che non riescono a trovare lavoro, e l’età...
PESCARA. Ci sono famiglie che devono sfamare anche cinque figli o anziani soli che non arrivano a fine mese con la pensione. E ci sono i giovani disoccupati che non riescono a trovare lavoro, e l’età non consente loro di accedere al servizio civile per avere un minimo di sostentamento economico. E poi, ancora, extracomunitari e famiglie rom. È variegato il mondo della povertà nel quartiere San Donato dove la parrocchia di San Gabriele dell’Addolorata, guidata da don Rodolfo Soccio, assiste 86 famiglie in difficoltà con l’aiuto della Caritas parrocchiale diretta da Enzo Orsatti. «Nessuno viene lasciato indietro, facciamo quanto possibile per aiutare i bisognosi che bussano alle porte della canonica», dice don Rodolfo da quattro anni alla guida di una comunità di 4mila parrocchiani con il vice parroco don Luca Anelli. «Sono grato a ognuno di loro, perché è grazie al loro sostegno, al Banco alimentare e all’infaticabile lavoro del geometra Orsatti se riusciamo, ogni giorno, in questa enorme opera caritatevole che ci consente di distribuire soprattutto pacchi con prodotti alimentari di prima necessità». Ogni mese il Banco alimentare scarica in parrocchia due bancali di cibo da distribuire alle famiglie povere del quartiere. «Vengono da noi anche da altre parrocchie, a volte riusciamo ad aiutare queste persone. Ma talvolta, a malincuore dobbiamo rimandarli indietro perché non abbiamo sempre la possibilità di accontentare tutti», rivela don Soccio, 68 anni, originario di Loreto Aprutino, un passato da ragioniere e cappellano sulle navi da crociera. «Nel periodo natalizio siamo riusciti ad acquistare e donare 100 bottiglie di olio e 80 polli».
La parrocchia si avvale di convenzioni con aziende artigianali e supermercati che si mettono a disposizione in caso di necessità. «Sappiamo chi sono i nostri poveri, dove vivono, cosa fanno, è tutto documentato anche con i redditi Isee», annota il sacerdote, «in questo quartiere ci sono giovani senza lavoro che a causa dell'età, poco più di 28 anni, non riescono ad accedere al servizio civile. Vengono da noi, in canonica, con la disperazione nell'anima».
Don Rodolfo spiega che gli aiuti sono prevalentemente alimentari, «solo eccezionalmente paghiamo qualche bolletta», in collaborazione con il Pis (Pronto intervento sociale) del Comune. E, a tal proposito, il sacerdote di periferia lancia un appello all'amministrazione comunale «a rendere più decorosi alcuni luoghi del quartiere». Ma don Soccio elogia l'opera di integrazione sociale resa dal centro Britti di San Donato (gestito da associazioni su incarico del Comune) «che accoglie tante persone, soprattutto giovani, che fanno sport, balli e socializzano». (c.co.)