«Non sono colpevoli fino alla condanna definitiva»

PESCARA. «Si chiude un primo filone d’indagine della Procura di Pescara su appalti nella Asl di Pescara». Inizia così la nota firmata dal procuratore Giuseppe Bellelli, in merito all’inchiesta per...
PESCARA. «Si chiude un primo filone d’indagine della Procura di Pescara su appalti nella Asl di Pescara». Inizia così la nota firmata dal procuratore Giuseppe Bellelli, in merito all’inchiesta per corruzione e turbativa d'asta che, «dopo lunghe e complesse indagini condotte dalla squadra Mobile e dal gruppo della Guardia di finanza Comando Provinciale, coordinate dalla Procura della Repubblica di Pescara», ha portato ai 5 arresti ai domiciliari.
«Le molteplici attività di accertamento effettuate e caratterizzate da intercettazioni telefoniche ed ambientali, acquisizione ed analisi di dati telefonici, servizi di osservazione da parte della polizia giudiziaria, acquisizioni documentali, perquisizioni e sequestri di dispositivi informatici con conseguente analisi forense del loro contenuto (in parte ancora in corso)», si legge ancora, «hanno disvelato una parte della fitta e ramificata rete di relazioni dell’imprenditore pescarese, referente sul territorio di società nazionali e multinazionali operanti nel settore medico-sanitario quali Philips spa, Servizi Ospedalieri spa ed Abbot spa. Nonostante le plurime fughe di notizie manifestatesi fin dagli inizi, le indagini hanno consentito di raccogliere gravi e plurimi indizi colpevolezza, ritenuti sussistenti dal gip del Tribunale di Pescara, a carico dei protagonisti di un collaudato meccanismo corruttivo all’interno dell'Ufficio Uoc/Abs della Asl di Pescara che ha determinato il condizionamento di almeno cinque gare d’appalto per un valore complessivo pari a 35 milioni di euro circa, con costosi doni, cene conviviali, promesse di incarichi più prestigiosi e remunerativi, e con vere e proprie tangenti in denaro». Oltre ai cinque indagati con l’ordinanza cautelare, la Procura spiega che «risultano sottoposti ad indagini per concorso a vario titolo, altri tredici indagati, non attinti da misura».
Ma poi lo stesso procuratore Giuseppe Bellelli aggiunge: «È necessario ricordare, con il presente comunicato stampa, che l’articolo 27 della Costituzione della Repubblica stabilisce che l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Il principio implica innanzi tutto il diritto di ciascuno a non essere considerato colpevole di reati, a tutela della propria onorabilità, reputazione, libertà etc, se non per effetto di sentenza di condanna passata in giudicato. Nel processo penale, dalla presunzione di non colpevolezza sancita dalla Costituzione deriva direttamente il principio generale per cui l’onere della prova spetta all’accusa, nonché la fondamentale regola di giudizio per cui la sentenza di condanna può essere pronunciata solo quando l’imputato risulta colpevole del reato contestatogli “al di là di ogni ragionevole dubbio” (art 533 c.p.) . Pertanto, è necessario tenere ben presente che le accuse saranno vagliate dai giudici nella varie fasi del processo di merito e negli eventuali successivi giudizi di impugnazione, nel contraddittorio con le difese, e che tutti gli indagati/imputati devono essere considerati presunti innocenti».
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