Nuova tassa rifiuti, negozi temono il salasso

La Confcommercio: aumenti fino al 500 per cento con la Tares per frutterie, pescherie e ristoranti

PESCARA. La Tares, la nuova tassa sui rifiuti che sostituirà la Tarsu dal prossimo aprile, preoccupa i negozianti. Ieri la Confcommercio di Pescara ha lanciato l’allarme, perché la nuova imposta potrebbe portare una stangata per la categoria. «L’entrata in vigore della Tares, prevista per il prossimo aprile», sostiene l’associazione dei commercianti, «rischia di mettere in ginocchio tutte le aziende del commercio, del turismo e dei servizi».

La Confcommercio Pescara esprime «grande preoccupazione in considerazione degli enormi incrementi previsti nel passaggio dall’attuale sistema» alla nuova tassa sui rifiuti.

Bisogna infatti considerare che la nuova imposta dovrà coprire il 100 per cento delle spese sostenute dal Comune per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani, per le strade e per l’illuminazione pubblica.

Ora, la copertura del Comune sfiora l’80 per cento. Manca all’appello un 20 per cento, che l’amministrazione dovrà compensare aumentando le tariffe per alcune categorie di contribuenti. A chi toccherà il salasso? L’amministrazione comunale non ha ancora deciso.

«Se non ci saranno modifiche», afferma il direttore di Confcommercio Pescara Walter Recinella, la Tares porterà ad aumenti clamorosi, con picchi che andranno oltre il 500 per cento per attività come ortofrutta, pescherie e ristoranti». L’associazione dei negozianti sa in anticipo, quindi, le categorie che verranno colpite più pesantemente.

«Alla luce di tale insostenibile situazione», fa presente il direttore di Confcommercio, «ci siamo attivati immediatamente a livello locale chiedendo un incontro urgente ai sindaci dei Comuni della nostra provincia per ridefinire i regolamenti comunali sulla materia e cercare di rendere meno pesante l’applicazione del tributo».

«L’auspicio», sottolinea il direttore, «è che scaturiscano provvedimenti in grado di evitare la pedissequa applicazione della Tares attenuando l’impatto della stessa sulle aziende».

«Se ciò non avverrà», conclude Recinella, «ci troveremo di fronte a un vero e proprio colpo di grazia sulle piccole e medie imprese del commercio, del turismo e dei servizi». Imprese, tra l’altro, già colpite pesantemente dalla crisi economica.

La situazione, insomma, appare drammatica. Dopo la stangata sull’Imu, i negozi si troveranno a pagare un’altra tassa salatissima. L’introduzione della Tares è stata decisa dal governo Monti per coprire totalmente le spese sostenute dai Comuni per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. A Pescara, l’ultimo aumento della tassa sui rifiuti risale a cinque anni fa, con la precedente amministrazione.