Otto dipendenti del Comune sotto procedimento disciplinare

Sono finiti sotto accusa nel corso del 2015 per i reati di peculato, falso materiale e ideologico E ora il Movimento 5 Stelle presenta una delibera per istituire subito una commissione anticorruzione

PESCARA. L’anno scorso, otto dipendenti del Comune sono finiti sotto procedimento disciplinare. Sono stati accusati di reati pesanti: si va dal peculato, alla corruzione, fino al falso materiale e ideologico. Ma, finora, non risultano che siano state comminate sanzioni in base ai dati pubblicati sul sito Internet dell’ente alla voce «Trasparenza amministrativa».

Lo hanno rivelato ieri i consiglieri del Movimento 5 Stelle durante la presentazione di una delibera per istituire un’apposita commissione anticorruzione e trasparenza in Comune. I dati, pubblicati sul sito dell’ente, sono serviti ai consiglieri per fare il punto della situazione e per evidenziare la necessità e l’urgenza di una commissione ad hoc a costo zero e della convocazione di una seduta straordinaria del consiglio comunale sul tema con esperti del settore. La doppia iniziativa è stata presentata dalla capogruppo Enrica Sabatini, dalla consigliera comunale Erika Alessandrini, dal consigliere regionale Domenico Pettinari e dal deputato Andrea Colletti.

La proposta della commissione arriva in seguito ad un’analisi che i consiglieri 5 Stelle hanno effettuato tenendo conto delle indicazioni fornite dal Piano nazionale anticorruzione, aggiornato dall’Anac (Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone) nell’ ottobre dell’anno scorso. «Dalla nostra indagine», ha detto la Sabatini, «sono emerse numerose e gravi criticità che richiedono misure stringenti per controllare e arginare i fenomeni corruttivi». «Da un’audizione del 3 febbraio scorso, da noi richiesta sul tema», ha fatto presente la capogruppo, «abbiamo rilevato molte mancanze rispetto a quanto richiesto dall’Autorità nazionale anticorruzione, come per esempio la mancata rotazione dei dipendenti, l’inadeguato coinvolgimento dei dirigenti che invece sono responsabili dell’adozione di misure di prevenzione, insufficienti controlli e comunicazioni sulle aree ad alto rischio, come l’affidamento di servizi e forniture». «Alla stessa data», ha proseguito la Sabatini, «diverse società partecipate non avevano inviato neanche il proprio piano di prevenzione, nonostante la scadenza del 31 gennaio scorso prevista dalla legge».

Da un’analisi del sito Internet dell’ente e da un confronto con quello del Comune di Lucca, all’avanguardia in materia di trasparenza, i consiglieri 5 Stelle hanno scoperto diverse carenze, lacune e inadempienze. Inoltre, è stato evidenziato che dalla relazione del responsabile del Comune della prevenzione contro la corruzione sono emersi nel 2015 otto provvedimenti disciplinari per reati commessi da altrettanti dipendenti contro la pubblica amministrazione. «La corruzione», ha osservato in proposito la Alessandrini, «rappresenta il 4 per cento dei Pil nazionale ed è il principale fattore di inefficienza della pubblica amministrazione».

«Per questo», ha affermato la Sabatini, «pretendiamo che il Comune applichi misure rigorose e stringenti sui fenomeni corruttivi».

In proposito, Pettinari, pur senza fare nomi, ha chiamato in causa il presidente della Regione Luciano D’Alfonso. «C’è qualcuno», ha rivelato, «che va in giro per l’Abruzzo dicendo che vuole azzerare le procedure. Ma l’Autorità anticorruzione dice tutt’altro, spiega che le procedure vanno seguite perché sono una garanzia per il cittadino. Nel Paese con il più alto tasso di corruzione non servono facilitatori, ma più controlli».

«In Parlamento», ha concluso Colletti, «ci siamo battuti molto sul tema della corruzione e con i decreti legislativi in arrivo si rischia di avere amministrazioni locali ancora più chiuse».

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