Pescara 2012, lite in aula sull’inchiesta del Comune

Bagarre in consiglio sulle due relazioni della commissione d’indagine Mascia sotto accusa, l’opposizione invia gli atti a Corte dei conti e procura

PESCARA. Tre lunghi mesi di accertamenti, audizioni, controlli minuziosi di tutti i documenti e fatture, sono terminati con una bagarre in consiglio comunale. Ecco il risultato registrato ieri dalla commissione d’inchiesta, istituita su richiesta dell’opposizione per fare luce sulle spese allegre del Comune per il titolo di Città europea dello sport 2012. Il consiglio si è riunito per ascoltare le due relazioni prodotte dalla commissione spaccata in due, ma quando si è trattato di votarle è scoppiato il caos. I consiglieri di maggioranza e opposizione si sono messi a litigare su che cosa dovevano votare. Alla fine, si sono espressi prendendo solo atto di ciò che è stato letto in aula. «Ma che siamo venuti a fare?», è stata la domanda che si sono posti alcuni consiglieri al termine della seduta.

Accuse a Mascia. Invece, l’importanza dell’argomento avrebbe richiesto un esito diverso. Anche perché c’è un’inchiesta della magistratura in corso, che vede indagato per abuso d’ufficio il sindaco Mascia. Nella prima relazione, prodotta dai componenti dell’opposizione della commissione d’inchiesta, letta in aula dal presidente Adelchi Sulpizio, vengono riportate accuse pesanti e circostanziate al sindaco, in qualità di presidente del comitato promotore di Pescara 2012. Ci sarebbero «probabili» violazioni delle norme di legge sugli enti locali e sui contratti. Secondo la commissione, la costituzione del comitato organizzatore doveva avvenire con atto di consiglio e non con un semplice atto di giunta. Ma ciò che ha suscitato maggiori perplessità è il contratto di collaborazione «intuitu personae», conferito a Barbara Briolini, per 35mila euro, per seguire la candidatura di Pescara a Città europea dello sport. «Il programma appare gravemente incogruente e contraddittorio», dicono i componenti dell’opposizione nella relazione, «il contratto è firmato dal presidente del comitato Mascia in data 26 maggio 2010, ma nello stesso atto alla pagina 4 è riportato, con improbabili doti di preveggenza, il seguente passaggio: “Per quanto sopra esposto il comitato, nella seduta del 5 agosto 2010, (cioè 3 mesi dopo, ndr)ha rilevato la necessità di conferire l’incarico...”». La stessa discordanza è stata rilevata nella relazione dei componenti di maggioranza, letta in aula da Vincenzo Di Noi: «La commissione si è soffermata con attenzione sul rapporto contrattuale con la dottoressa Barbara Briolini. Per quel che concerne l’aspetto formale del rapporto, la commissione ha censurato, all’unanimità, la documentazione fornita dagli uffici, sia per quel che concerne il contrasto tra il contenuto del contratto e la data di redazione, sia per quel che concerne il tempo di annotazione sul registro protocollo».

Conclusioni diverse. Ma la commissione, oltre ad aver prodotto due relazioni, è giunta anche a conclusioni differenti. Il gruppo dell’opposizione, dopo aver evidenziato una serie di violazioni, ha invitato il consiglio a deliberare per poter inviare la documentazione alla Corte dei conti e alla procura della Repubblica. Mascia è andato su tutte le furie. «Questa non è una relazione di una commissione d’inchiesta, ma una sentenza del tribunale», ha detto a margine del consiglio. Il gruppo di maggioranza, invece, ha assolto con formula piena Mascia e il Comune. «Le attività della commissione d’indagine», è scritto hanno evidenziato la legittimità di tutte le attività poste in essere dal Comune per la candidatura di Pescara 2012».

Bagarre sul voto. Dopo la lettura delle relazioni, il consiglio si è riunito di nuovo nel pomeriggio per il voto. Ma in aula è scoppiato il caos. Il presidente del consiglio Roberto De Camillis, di fronte ai consiglieri che chiedevano di esprimersi nel merito degli atti, ha cambiato idea tre volte. «Presidente ci dica quando finirà questa buffonata», ha chiesto Lorenzo Sospiri (Pdl), «vogliamo votare la relazione che dice che non c’è nulla di illecito». Ma De Camillis non ha accolto la richiesta. L’aula si è così pronunciata prendendo atto dei due dossier: la relazione dell’opposizione è stata bocciata con 15 no, 9 sì e un astenuto; quella della maggioranza. è stata approvata con 22 sì, un no e un astenuto. Durissimo il commento di Enzo Del Vecchio (Pd). «Dovevate votare a favore, perché era un presa d’atto», ha urlato rivolgendosi al centrodestra, «voi mettere la democrazia sotto i piedi». «La bocciatura ha commentato Sospiri, «è l’esito naturale di un’inchiesta nata male, inopportuna e forzata».

©RIPRODUZIONE RISERVATA