Pescara Arena, Sgambati: «Una visione per unire sport e cultura»

L’architetto Vaccarini e l’ingegner Sgambati con il direttore Luca Telese 

23 Novembre 2025

Il presidente di Proger: «Immaginiamo un moderno contenitore di eventi. E poi un collegamento tra Pescara e Chieti utilizzando energia verde»

PESCARA. Come si costruisce un’idea di città? Umberto Sgambati, presidente di Proger spa, ha pianificato l’intero progetto della Pescara Arena, d’intesa con l’architetto Giovanni Vaccarini. Il progetto naturalmente deve essere approvato e sposato dall’amministrazione comunale. «L'idea con Giovanni», sottolinea Sgambati, «era quella di ragionare con i nostri occhi e la nostra cultura professionale, le nostre idee, le nostre sensibilità a quelle che possono essere delle visioni».

Parliamo di visione?

«Sì, esattamente una visione e per questo l’impianto sportivo non lo chiamerei stadio, ma arena perché è un pezzo di città, un polo urbano importante, un polo della cultura. Del resto, mettendo assieme e collegandoli anche fisicamente, non solo idealmente, possiamo immaginare il Flaiano nel teatro d’Annunzio e l'Aurum, per il quale abbiamo immaginato e progettato una copertura, una specie di ombrello che si può aprire e si può chiudere in funzione delle necessità».

Un progetto futuristico?

«Un progetto che renderebbe l'Aurum ancora più spettacolare di quel che è, un contenitore per eventi culturali. Collegandoli fisicamente anche attraverso un passaggio per una gran parte nel verde della pineta dannunziana».

Di cosa parliamo?

«Di un tunnel di acciaio e vetro mimetizzato quasi nella pineta che unisce le strutture e diventa un polo culturale di potenza formidabile e di grande suggestione. Un polo di cui Pescara ha sicuramente bisogno per far vivere soprattutto lì tutti i frammenti che ha sparsi nella città e che vanno finalmente messi a sistema. Devono trovare anche una casa in grado di rappresentare un punto di forza».

Non le sembra un progetto eccessivamente ambizioso?

«Direi di no, anzi. Pensi che questi sono poli che vivono e che fanno vivere la città. Infatti, l'altro tema era quello che abbiamo battezzato Tespec cioè Trasporto elettrico sostenibile Pescara Chieti, che sono i due capoluoghi. In realtà, l'area collegata è ben più ampia perché va da Silvi, in provincia di Teramo a nord, a Francavilla, in provincia di Chieti, a sud».

Un trasporto che risolverebbe un bel po’ di problemi. Sicuro che sia realizzabile?

«Non solo. Parliamo anche del collegamento che unisce Pescara e Chieti, quella è una zona in cui il trasporto elettrico quindi la filovia può funzionare. Pescara l'ha realizzata per il tratto di strada parco e sta lavorando alla realizzazione di altri due pezzi del tratto cittadino. Con la moderna tecnologia e i mezzi filobus bimodali oggi è possibile coprire l'intero percorso con energia verde, perché è autoprodotta con un fotovoltaico che verrebbe realizzato. E quindi sarebbe il primo esempio in Europa che collega appunto tre province diverse».

Quanti abruzzesi potrebbero usufruire di tale servizio?

«Noi abbiamo la fortuna di avere un territorio raccolto attorno a Pescara e Chieti, e si tratta di un'area urbana da oltre 300 mila persone, la cosiddetta area metropolitana».

Parliamo dell’impianto sportivo. La gestione dello stadio a chi toccherebbe a questo punto? Come funzionerebbe?

«La gestione è sempre a cura del privato che fa l'operazione. Una società prende gli spazi dello stadio in affitto, in base a un contratto. In pratica, non ci sarebbe un accordo diretto con il Pescara calcio, ma una società che a sua volta avrebbe un accordo col Delfino per l'utilizzo dell’impianto».

E lo stadio Adriatico Cornacchia che fine farebbe?

«Andrebbe restaurato nel rispetto del progetto originario di Luigi Piccinato, eliminando le aggiunte posticce e rendendolo permeabile e in continuità con gli spazi pubblici e restituito alla città, perché oggi è praticamente un'area chiusa, serve per il calcio e poco altro. Anche perché un diverso utilizzo rovinerebbe il manto erboso. Invece, dovrebbe diventare una sorta di parco aperto per chi fa atletica, ma anche per chi può fare ginnastica e vuole farsi una corsa nello stadio».

Torniamo al nuovo impianto: quali vantaggi potrebbe avere il Pescara calcio da questo trasferimento?

«Uno stadio del genere potrebbe anche invogliare o favorire una crescita della società, della squadra, nel senso che potrebbe avere delle ambizioni anche di una categoria superiore, quindi della Serie A e con una struttura economica un pochino più sostenibile. Come si può facilmente vedere in giro, gli investitori che arrivano nelle grandi squadre di Serie A vogliono uno stadio a disposizione, perché vogliono fare dello stadio un pezzo importante del loro interesse economico».

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