Pescara calcio, Zeman ora ha fretta di vincere

Accolto da una folla di migliaia di tifosi, presentato come «la risposta del Pescara a quanto sta accadendo in questi giorni», cioé volto pulito e integrità morale, il boemo non ha detto «vinceremo il campionato» ma non si è nascosto. «Faremo il massimo»
PESCARA. «No, questa non sarà un’avventura. Sono qui per vincere, almeno per cercare di farlo, perché questa è una piazza importante, che ha fame di calcio, di bel calcio. Ho una storia di 850 partite tra i professionisti ma sono certo di avere ancora qualcosa di dire».
Non si nasconde Zeman, non è nel suo stile del resto. Non ha mai amato coprirsi con contratti lunghi o clausole di tutela, non lo faceva ai tempi d’oro non inizierà certo ora. E semmai avesse pensato solo per un attimo a un esordio solo un po’ più discreto, la folla di tifosi che lo ha acclamato all’arrivo e ha fatto da contorno e colonna sonora alla presentazione lo ha subito riportato alla sua consolidata e schietta abitudine.
Del resto se una società che ha sfiorato i play off chiama Zeman, non è certo per darsi traguardi intermedi.
«La presenza di tutta questa gente dimostra che evidentemente creo ancora certe aspettative», riflette il neo tecnico biancazzurro, «perciò l’obiettivo è quello di vincere. Subito se possibile. Comunque di creare le condizioni, il clima per vincere. Poi naturalmente ci sono anche gli altri. Ma questo la gente lo capisce. Io spero vengano in tanti allo stadio, se faremo bene ci applaudiranno se no saranno fischi che dovremo e sapremo accettare. Ma la gente capisce sempre se hai dato il meglio. Se hai cercato la vittoria con convinzione, se hai creato gioco, occasioni, divertito insomma, alla fine il risultato diventa perfino meno fondamentale nel giudizio».
Ecco, alla fine, svelato forse il segreto non segreto di Zeman, l’origine del suo feeling speciale con i tifosi di tutte le squadre allenate, dalla C2 alla A, dal Foggia alla Lazio: creare un rapporto diretto tra squadra e pubblico, quansi una condivisione di emozioni e fatiche. «Devo vedere che “danni” ha lasciato Eusebio (Di Francesco)», ha detto scherzando quasi a fine conferenza stampa, «lui qui era a casa, io devo ambientarmi, ma se queste sono le premesse si lavorerà bene». Fosse per lui, comincerebbe anche subito, infatti vorrebbe anticipare la partenza per il ritiro di qualche giorno, perché sa che per dare alle squadre la sua impronta, insegnare a pensare e correre in un certo modo serve tempo. Ore e ore di lavoro, molte partitelle. Possibilmente con squadre di categorie minori o settori giovanili. Fare da sparring partner a qualche squadrone ai primi passi, magari per speculare su un risultato a sorpresa non lo appassiona. «No, all’inizio non amo avversari impegnativi», spiega, «non aiutano a collaudare, automatizzare gli schemi». Insomma, nel precampionato vuole partite nelle quali i suoi si abituino a giocare la palla, a cercarsi anche al “buio”.
Alla fine, qualche amichevole di lusso, per dare una mano al tesoriere e alla campagna abbonamenti, ovviamente ci sarà lo stesso. Ma secondo Zeman più urgente e importante è abituare i ragazzi a muoversi in un certo modo, aprirsi e stringersi, scattare o raddoppiare nei tempi giusti. Tanto più si lavorerà sodo sui campetti di provincia o sul sintetico di Poggio degli Ulivi in estate, tanto meglio si farà quando si accenderanno i riflettori. L’anticipo dei tempi, tra l’altro, consentirebbe al tecnico di fare valutazioni più attente su elementi che meno conosce e sulla versatilità di qualche giovane. Il mercato estivo ha tempi lunghi (si chiude il 31 agosto), ma Zeman eventuali integrazioni vorrebbe farle per tempo. Dopo Ferragosto vuole una squadra ben delineata, pronta a a giocare come vuole lui. A divertire. E vincere.
Non si nasconde Zeman, non è nel suo stile del resto. Non ha mai amato coprirsi con contratti lunghi o clausole di tutela, non lo faceva ai tempi d’oro non inizierà certo ora. E semmai avesse pensato solo per un attimo a un esordio solo un po’ più discreto, la folla di tifosi che lo ha acclamato all’arrivo e ha fatto da contorno e colonna sonora alla presentazione lo ha subito riportato alla sua consolidata e schietta abitudine.
Del resto se una società che ha sfiorato i play off chiama Zeman, non è certo per darsi traguardi intermedi.
«La presenza di tutta questa gente dimostra che evidentemente creo ancora certe aspettative», riflette il neo tecnico biancazzurro, «perciò l’obiettivo è quello di vincere. Subito se possibile. Comunque di creare le condizioni, il clima per vincere. Poi naturalmente ci sono anche gli altri. Ma questo la gente lo capisce. Io spero vengano in tanti allo stadio, se faremo bene ci applaudiranno se no saranno fischi che dovremo e sapremo accettare. Ma la gente capisce sempre se hai dato il meglio. Se hai cercato la vittoria con convinzione, se hai creato gioco, occasioni, divertito insomma, alla fine il risultato diventa perfino meno fondamentale nel giudizio».
Ecco, alla fine, svelato forse il segreto non segreto di Zeman, l’origine del suo feeling speciale con i tifosi di tutte le squadre allenate, dalla C2 alla A, dal Foggia alla Lazio: creare un rapporto diretto tra squadra e pubblico, quansi una condivisione di emozioni e fatiche. «Devo vedere che “danni” ha lasciato Eusebio (Di Francesco)», ha detto scherzando quasi a fine conferenza stampa, «lui qui era a casa, io devo ambientarmi, ma se queste sono le premesse si lavorerà bene». Fosse per lui, comincerebbe anche subito, infatti vorrebbe anticipare la partenza per il ritiro di qualche giorno, perché sa che per dare alle squadre la sua impronta, insegnare a pensare e correre in un certo modo serve tempo. Ore e ore di lavoro, molte partitelle. Possibilmente con squadre di categorie minori o settori giovanili. Fare da sparring partner a qualche squadrone ai primi passi, magari per speculare su un risultato a sorpresa non lo appassiona. «No, all’inizio non amo avversari impegnativi», spiega, «non aiutano a collaudare, automatizzare gli schemi». Insomma, nel precampionato vuole partite nelle quali i suoi si abituino a giocare la palla, a cercarsi anche al “buio”.
Alla fine, qualche amichevole di lusso, per dare una mano al tesoriere e alla campagna abbonamenti, ovviamente ci sarà lo stesso. Ma secondo Zeman più urgente e importante è abituare i ragazzi a muoversi in un certo modo, aprirsi e stringersi, scattare o raddoppiare nei tempi giusti. Tanto più si lavorerà sodo sui campetti di provincia o sul sintetico di Poggio degli Ulivi in estate, tanto meglio si farà quando si accenderanno i riflettori. L’anticipo dei tempi, tra l’altro, consentirebbe al tecnico di fare valutazioni più attente su elementi che meno conosce e sulla versatilità di qualche giovane. Il mercato estivo ha tempi lunghi (si chiude il 31 agosto), ma Zeman eventuali integrazioni vorrebbe farle per tempo. Dopo Ferragosto vuole una squadra ben delineata, pronta a a giocare come vuole lui. A divertire. E vincere.
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